I bambini della Grande Guerra

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Di Paolo Alberto Valenti
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Il regista Alessandro Bettero ha raccolto le ultime testimonianze di coloro che erano bambini negli anni della prima guerra mondiale

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Ecco gli ultimi scampoli dei ricordi della Grande Guerra: sono le interviste agli aziani ormai defunti che erano bambini fra il 1915 e il 1918. Le ultime testimonianze delle popolazioni civili prese in trappola fra il fiume Isonzo e il Veneto, raccolte dal regista italiano Alessandro Bettero in un documentario ("Children of the Great War") di cui proponiamo i primi spezzoni. Nessuno dei soldati della grande guerra è vivo.

La morte ha annullato per sempre la possibilità di ascoltare la loro voce, eppure la guerra totale coinvolse tutti anche donne e bambini nella mobilitazione bellica.

La guerra rappresentò per loro l’opportunità di assaggiare la marmellata degli inglesi, di procurare le lumache ai francesi, di veder volare il primo dirigibile Zeppelin tedesco, di incontrare D’Annunzio ed Hemingway, ma dovettero assistere anche alla violenza e alle atrocità del conflitto cercando di sopravvivere alla terribile epidemia della “spagnola”.

Sperimentarono la fame e la sofferenza, la rabbia, la morte, la speranza e il riscatto e, finalmente, la pace. Un’epopea in cui spicca l’eroismo delle donne, madri e mogli dei soldati.

Bettero ha quindi sfogliato l'ultimo album dei ricordi che annovera fra le altre le foto del generale - allora tenente - Francesco Paolo Ronco che venne fatto prigioniero ad Asiago e che dopo la guerra venne incaricato dalla Commissione Interalleata di Berlino di recuperare i soldati italiani nei vari campi di prigionia e tornò in Italia solo nel 1919.

Fra i 1914 e il 1918 la prima guerra mondiale è durata 53 mesi, ha mobilitato oltre 70 miloni di uomini e ha ucciso ben più di 10 milioni di persone.

Il film esce in concomitanza con l’anno del centenario della fine della Grande Guerra ed è arricchito da spezzoni e foto d’epoca ritrovati negli archivi di tutto il mondo, e ripropone la voce originale del discorso della vittoria del generale italiano Armando Diaz.

Frutto di un lavoro capillare e certosino durato alcuni anni, questo documentario è la testimonianza irripetibile e introvabile di un pezzo di storia che ora appartiene alla memoria collettiva dell’Italia ma anche dell’Europa e del mondo.

Dopo le registrazioni delle loro testimonianze, questi “bambini” sono quasi tutti scomparsi. Dei loro drammi, della loro vita, delle loro memorie, è rimasto questo film. La loro ultima e consapevole eredità, preziosa per noi e per chi verrà dopo di noi.

Una sessantina di storie personali e familiari che nessun libro ha mai raccontato e mai potrà raccontare. Un monito per tutti che mostra ancora come la guerra sia la lezione della storia che gli uomini non apprendono mai abbastanza.

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