Il Libano al voto per le legislative

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Di Alberto De Filippis
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Erano 9 anni che la nazione dei cedri aspettava

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Il Libano al voto. Settantasette liste e 15 distretti, 583 candidati per 128 scranni parlamentari e, malgrado la nuova legge elettrale, per la metà dei quali si potrebbe già fare i nomi degli eletti. Questa domenica il Libano torna a votare per le legislative dopo nove anni di pausa: per due volte il Parlamento si era prolungato il mandato.

Il ritardo aveva due cause: una, quella ufficiale, era la necessità di riformare il sistema elettorale; l'altra, quella che nessuno osava affermare pubblicamente, era la guerra in Siria. Era la paura di non controllare la piazza e portarsi in casa un conflitto che da anni ormai devasta il vicino paese.

E il Libano non era nuovo a questi conflitti importati. Il Paese ne aveva avuto sentore quando tre anni fa Hezbollah, il movimento sciita filo-iraniano, aveva mandato i suoi miliziani a combattere accanto a Bashar Assad. Come reazione l’Isis era penetrato nel Nord del Libano e milizie sunnite avevano compiuto attentati in tutto il Paese.

Dopo la fuga del premier Hariri in Arabia Saudita, dopo le pesanti ingerenze nella vita del paese dei cedri da parte di nazioni straniere, adesso Beirut vuole darsi un nuovo parlamento. Per la stabilità è ancora presto per parlare.

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