Il fondatore di Facebook si prende una ramanzina sulla privacy dal senatore democratico Durbin, ma le azioni del social network crescono del 4,55: una piccola ripresa dopo il crollo dovuto allo scandalo-Cambridge Analytica. Per il professor Levine è "missione compiuta".
Le scuse di Mark Zuckerberg davanti alla commissione commercio del Congresso americano fanno bene alla sua creatura, Facebook: le azioni del social network sono aumentate del 4,5% in un giorno, un recupero - seppur molto parziale - dopo il crollo finanziario causato dallo scandalo Cambridge Analytica.
Il fondatore del gigante dei social media si è scusato pubblicamente per gli errori della sua azienda, non riuscendo a proteggere meglio le informazioni personali dei suoi milioni di utenti, una polemica che ha portato una marea di cattiva pubblicità e ha fatto precipitare il valore delle azioni della società.
Oltre alle scuse, Zuckerberg ha annunciato un nuovo programma contro le falle nella sicurezza di Facebook e ha addirittura offerto una ricompensa agli utenti che segnaleranno l'uso improprio di dati.
Lo stesso Zuckerberg ha ammesso di aver sottovalutato le minacce di interferenze russe alle elezioni americane del 2016.
Piccola lavata di capo
Al Congresso, il confronto è stato soprattutto sulla questione-privacy e utilizzo dati.
Uno dei momenti chiave è stato questo scambio con il senatore democratico Durbin, che ha fatto una piccola ramanzina al "golden boy" della finanza americana.
Dick Durbin, senatore democratico degli Stati Uniti (Illinois):
"Signor Zuckerberg, vorrebbe condividere con noi il nome dell'hotel in cui ha dormito la scorsa notte?"
Mark Zuckerberg: "Ehm...no!" (il pubblico ride).
Dick Durbin, senatore democratico degli Stati Uniti (Illinois):
"Se invia un messaggio a qualcuno questa settimana, vorrebbe condividere con noi i nomi delle persone a cui l'ha inviato?"
Mark Zuckerberg:
"Senatore, no, probabilmente non sceglierei di farlo pubblicamente qui".
Dick Durbin, senatore democratico degli Stati Uniti (Illinois): "Penso che potrebbe essere questo, il diritto alla privacy, il limite che lei deve darsi quando offre all'America moderna la possibilità di essere connessa con persone in tutto il mondo".
Missione compiuta
Il professor David Levine, docente di legge all'Università della California, prova ad analizzare il comportamento di Zuckerberg davanti al Congresso.
"E' stato molto bravo a sembrare sincero nel modo in cui aveva bisogno di essere, sembrando contrito, fissando i volti quando ne aveva bisogno, guardando in basso quando aveva bisogno di far capire ''Ti sto ascoltando"...quel genere di cose...quindi era sicuramente uno sguardo ben allenato, sembrava sincero, sembrava come se volesse lavorare insieme ai senatori, ma ha anche mantenuto la sua posizione ".
Per il professor Levine, per Zuckerberg è stata una "missione compiuta".