Il Generalissimo vince contro se stesso. Senza veri rivali alle presidenziali, il Capo di stato avviato verso un risultato schiacciante. Si moltiplicano le accuse di brogli e pressioni sugli elettori. A dissuadere dall'astensione sanzioni pecuniarie e spuntini offerti all'esterno dei seggi
Al-Sisi batte Al-Sissi. A perdere è la democrazia
Al-Sisi, Al-Sisi, Al-Sisi. All'indomani della chiusura dei seggi, lo spoglio per le presidenziali in Egitto rivela già una schiacciante maggioranza per il generalissimo capo di stato in carica, che di fatto correva contro se stesso. Per i risultati definitivi bisognerà attendere lunedì, ma dati preliminari attorno al 92% dei consensi, lo avvicinano ai numeri che quattro anni fa gli avevano consegnato il paese con quasi il 97% dei voti. Arrestati o dissuasi dal partecipare gli avversari più pericolosi, l'unico in lizza, Moussa Moustafa Moussa - dopo aver fatto campagna per Al-Sisi fino alla vigilia della sua candidatura, ha come previsto raccolto appena una manciata di voti.
Pasti e spuntini offerti ai seggi. Ma l'affluenza è "massiccia" solo per le autorità
A dissuadere dall'astensione, oltre a sanzioni pecuniarie, anche spuntini e pasti offerti davanti a numerosi seggi. Vista l'assenza di vera competizione, unico dato ad assumere un qualche rilievo per misurare la legittimità della reinvestitura di Al Sisi è quello della partecipazione al voto. In assenza di dati ufficiali, l'Autorità nazionale per le elezioni ha parlato di "affluenza massiccia", ma alcuni giornalisti presenti hanno contestato questa versione, riferendo invece di forte calo, soprattutto nei due degli ultimi tre giorni di voto.
Oggi avversario, ieri sostenitore: il solo candidato sopravvissuto a pressioni e arresti
La registrazione della candidatura di Moussa Moustafa Moussa, leader del minuscolo partito Ghad che fino a poco prima aveva partecipato a iniziative e raccolte fondi in favore di Al Sisi, è arrivata dopo l'arresto o il ritiro a cascata di tutti gli avversari potenzialmente più minacciosi per il Generale.
Tra gli ultimi l'ex capo di Stato maggiore Sami Anan, arrestato con l'accusa di essersi candidato senza ottenere il placet delle Forze armate. Emblematico il caso dell'ex primo ministro Ahmed Shafik, pochi mesi fa considerato fra i più credibili candidati dell'opposizione, e poi misteriosamente ritiratosi, dopo un videomessaggio in cui sosteneva di aver compreso di non essere in grado di ricoprire il ruolo di Capo di stato.