Francesco, il caos e il mondo

Francesco, il caos e il mondo
Di Paolo Alberto Valenti
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L'editoriale del nostro vaticanista, Paolo Alberto Valenti, sui primi cinque anni di Francesco

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Una letteratura iberica minore aveva anticipato Pirandello perchè molti dei suoi personaggi contemporaneamente « erano e non erano ». Una letteratura a cui adattiamo benissimo la figura del Papa odierno : “Francisco era y no era”. Francesco è il Papa venuto dalla “fine del mondo” che subito si è presentato come uomo e come Papa e che più di altri ha saputo spogliarsi del décor ecclesiastico, degli ultimi orpelli per amore della verità.

Un’abilità insolita nell’ “essere” e nel “non essere” che non allude ad alcun dubbio amletico, come quelli che assediano i suoi detrattori. Da qui il successo popolare del suo magistero che con le armi della semplicità e della trasparenza riaccende il dialogo fra la Chiesa e la Terra, fra l’eucarestia e la comunità senza evitare di fustigare ogni tanto la Curia.

E’ il dialogo diretto con tutti a partire da quelle periferie del mondo da cui lo stesso Francesco è giunto. Quei luoghi remoti dove la solidarietà vince sotto il segno del Tau, il segno di Francesco, santo e uomo, ultimo fra gli ultimi eppure già essere dello Spazio e del futuro per via di quell’anelito all’infintio che va molto al di là di una sola religione.

C’è chi lo accusa di non essere teologicamente rigoroso e di favorire il caos. Eppure, a 5 anni dalla sua elezione al soglio di Pietro, il dato del caos sembra appartenere più ad altri. Nel 2013 l’Italia era a pezzi. L’insieme della sua classe politica stava producendo quello che la stupidità e l’incuria avevano fatto della nave Concordia, schiantata sull’Isola del Giglio. L’anno della contestata rielezione del Presidente Napolitano. L’anno delle dimissioni assolutamente inedite del Papa in carica Benedetto XVI che già prefiguravano la difficoltà di rinsaldare il credo col mondo e con una umanità afflitta e sofferente. Per quanto avulsa da una presa diretta sulla cosa pubblica italiana o mondiale l’elezione di Francesco ha ridato fiducia e ha mostrato il volto nuovo di una Chiesa finalmente più al passo coi tempi.

Piuttosto quello che sconcerta, per l’Italia, è l’analogia di quel 2013 con l’odierno 2018. Un rimescolamento di dati senza che la somma finale cambi. Vi sembra che il caos politico a Roma sia stato risolto?

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