Il colosso russo Gazprom ha interrotto le forniture dopo la sentenza della Corte d'arbitrato di Stoccolma, che ha ordinato loro di restituire oltre 2 miliardi e mezzo di dollari alla controparte ucraina Naftogaz
Il rischio di congelare in casa, per ora, è scongiurato. Ma l'eterna disputa sul gas che da anni oppone la Russia all'Ucraina, rischia di pesare ancoa una volta sull'economia europea.
L'escalation è ripartita con la sentenza della Corte d'arbitrato di Stoccolma, che ha ordinato al colosso Russo Gazprom di risarcire 2 miliardi e mezzo di dollari all'Ucraina Naftogaz: secondo Stoccolma i russi sarebbero colpevoli di non aver fatto transitare dai gasdotti ucraìni la quantità di metano prevista dai contratti e destinata all'Europa.
Per tutta risposta, i russi hanno interrotto le forniture verso l'Ucraina, che per il momento non rimarrà comunque al gelo proprio grazie al soccorso degli stati europei confinanti. "In giornata - ha dichiarato il Presidente ucraino Petro Poroshenko - abbiamo ricevuto un drastico aumento di forniture dafgli stati Europei, ovvero da Polonia, Slovacchia e Ungheria. Per cui l'ammanco di cui si è parlato attorno alle 10.20 di questa mattina è totalmente appianato".
Ma ancora una volta, è proprio l'Europa a rischiare di scontare l'eterna debacle, dal momento che Gazprom ha rescisso non soltanto i contratti relativi alla vendita ma anche al transito nei metanodotti, da cui passa metà del gas russo diretto verso la Ue.
Per questo, il vicepresidente della commissione Europea, lo Slovacco Maros Sefcovic, si è offerto di mediare tra i due paesi contattandone i rispettivi ministri per l'energia.