Trump nega di aver offeso i paesi dei migranti

Fa indietro tutta Donald Trump dopo il polverone sulle frasi che gli sono state attribuite: "Il linguaggio che ho usato al meeting sull'accordo Deferred Action for Childhood Arrivals Daca (sui dreamer) è stato duro ma non ho usato quelle parole".
Lo scandalo riguarda l'uso della parola "cessi" all'indirizzo dei paesi di origine dei migranti con esplicito riferimento ad Haiti e non solo. In un altro tweet Trump informa che alle prossime riunione porterà il registratore.
Il cosiddetto accordo bipartisan sui dreamer è stato presentato al Presidente e a un gruppo di senatori e membri del Congresso repubblicani ed è considerato da Trump un grande passo indietro perchè :"gli Usa sarebbero costretti ad accogliere un gran numero di persone da paesi ad alta criminalità e messi male". Questa sarebbe la versione diffusa dalla Casa Bianca che puntella il presidente dicendo che Trump lotta per gli Stati Uniti e non per stati esteri come certi politici di Washington.
In realtà i piani di tutela provvisoria sono stati revocati. Alcuni senatori, come il repubblicano Lindsay Graham e il democratico Richard Durbin suggeriscono di ripristinarli nel quadro di un accordo che preveda il dimezzamento dei visti concessi con la lotteria e il finanziamento di 1,5 miliardi di dollari per la costruzione del muro. Ma a Trump lo schema non piace. Le proteste degli immigrati sono quindi uno scenario ormai costante nel paesaggio degli Usa.