Come cambia la vostra bacheca di Facebook dopo l'annuncio di Zuckerberg

Come cambia la vostra bacheca di Facebook dopo l'annuncio di Zuckerberg
Diritti d'autore REUTERS/Dado Ruvic/File Photo
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Di Lillo Montalto MonellaSallyann Nicholls
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I contenuti pubblicati da aziende, brand e media diventeranno meno visibili rispetto ai messaggi, le foto e i video di amici e familiari

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Su Facebook "vedrete meno contenuti pubblici come post di aziende, brand e dei media. Ciò che vedrete avrà lo stesso standard: incoraggiare interazioni significative tra le persone".

Parola di Mark Zuckerberg, fondatore del social network che ha rivoluzionato il nostro modo di stare su Internet. L'annuncio è arrivato tramite la sua piattaforma: presto importanti cambiamenti arriveranno sulle nostre bacheche, sui nostri news feed. 

L'azienda di Menlo Park sta rivedendo la sua "pagina principale", l'agorà pubblica spina dorsale di Facebook, per rendere più visibili i messaggi significativi, o che tali dovrebbero essere per la vita dei suoi utenti. I contenuti, spesso auto-promozionali, delle imprese diventeranno meno visibili, rimpiazzati da foto, video e aggiornamenti pubblicati da amici, familiari e gruppi di utenti. Messaggi che incoraggiano la "conversazione" e il "dibattito".

Le modifiche saranno introdotte nei prossimi mesi. Zuckerberg ha scritto che la decisione arriva in risposta al feedback (negativo?) ricevuto dalla comunità e tenendo conto della ricerca accademica in merito.

Uno tsunami di contenuti "aziendali", in questi anni, ha sommerso letteralmente gli aggiornamenti sulla vita dei nostri amici più cari. La cosa ha spinto il gigante dei social a correre ai ripari e rivedere l'algoritmo: in fondo Facebook, dice il suo fondatore, è nato per connettere le persone. Non per alienarle.

"Mi aspetto una diminuzione del tempo che le persone passano su Facebook, alcune misure del tasso di engagement. Ma mi aspetto anche che il tempo speso su Facebook sia più prezioso. E se facciamo la cosa giusta, credo che sarà positiva per la nostra comunità e per il nostro business anche a lungo termine".

Chi vince da questo annuncio "saranno gli utenti e il loro senso di comunità [...] I video in diretta che generano discussioni, i campioni dei contenuti social, le celebrità, i post di gruppi, gli eventi aziendali locali e le fonti di notizie fidate sono altri tipi di contenuti che dovrebbero beneficiare dal cambiamento", scrive TechCrunch.

Ritorno alle origini contro le fake news?

Molte pagine di aziende ed editori (anche importanti) potrebbero perdere visibilità e accusare un calo di traffico sui loro contenuti, come d’altronde avviene da qualche anno a questa parte, con le restrizioni operate da Facebook in termini di visibilità e diffusione dei post. Lo conferma anche Laura Hazard Owen dell'Harvard University's Nieman Journalism Lab alla BBC.

Owen ha aggiunto, tuttavia, che Facebook non è stato molto chiaro su quale tipo di discussioni avranno la priorità col nuovo algoritmo. Potrebbero finire per essere le cose più controverse, che generano conversazioni accese, ha suggerito, o semplicemente più contenuti di gruppi o pagine specializzate su determinati argomenti.

"Un ritorno alle origini", il commento di Dave Lee, corrispondente dal Nord America per l'emittente britannica. "Dopo un duro 2017, Zuckerberg forse sta imparando ora che, sulla scia dello scandalo* fake news*, in una piattaforma piena di tedioso clickbait non tutto l'engagement è buono".

Sei grandi cose da riconsiderare

Come scrive Buzzfeed, questi cambiamenti, per la compagnia-monstre da 545 miliardi di dollari sono enormi: gli effetti non saranno quantificabili finché non verranno estesi a tutti i 2.07 miliardi di utenti. 

In breve, però, si possono trarre le seguenti valutazioni:

  • I commenti varranno tanto quanto, o forse di più, delle condivisioni;
  • Più interazioni non vuol dire necessariamente migliori interazioni, e a Menlo Park se ne sono accorti;
  • Chi fa pubblicità su Facebook non sarà molto contento;
  • Neanche i media stapperanno champagne, anzi...;
  • Lo sforzo di Facebook di coinvolgere brand e editori non ha pagato così tanto, in fondo; 
  • Facebook si prepara ad una diminuzione di traffico e tempo speso con la piattaforma.
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