Corea del Nord: la logica di Kim

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Di Euronews
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Per la seconda volta in tre settimane un missile nordcoreano sorvola il Giappone. Kim spinto da un'idea precisa, dice un esperto

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Le sirene anti-aeree hanno risuonato in Giappone. La Corea del Nord ha risposto alle nuove sanzioni sparando un altro missile, che ha sorvolato il Paese per poi inabissarsi nel Pacifico. A Tokyo, il Generale Mark Milley, capo di stato maggiore dell’esercito americano, è stato ricevuto d’urgenza da Shinzo Abe , il premier giapponese. Il missile ha coperto 3700 km, dimostrando che la base militare di Guam e gli stessi Stati uniti sono ormai obiettivi plausibili.

Il leader nordkoreano insiste con le provocazioni perché, dalla prospettiva di Kim Yong un, non ci sarebbero alternative, secondo Glyn Ford, direttore esecutivo del think tank di Bruxelles Polint:

Meno di un mese prima di salire al potere Kim Jong-un ha potuto vedere in tv la fine brutale del Colonnello Gheddafi. I nord-coreani si sono scottati con l’Iraq, la Libia e la Siria: i regimi ritenuti impopolari vengono rovesciati. Kim vuole la sopravvivenza e la stabilità dell’apparato. Pyongyang ha perso la corsa agli armamenti convenzionali, dunque l’opzione che resta è puntare sulle armi di distruzione di massa ed è quello che fanno.

Tutti guardano alla Cina e all’influenza che il tradizionale alleato può esercitare sui nord-coreani, Hua Chunying, portavoce del ministero degli esteri, però avverte:

La chiave per risolvere la questione nord-coreana non è in Cina, Chi ha ingarbugliato la matassa la deve sbrogliare, le varie parti direttamente coinvolte dovrebbero assumersi le loro responsabilità.

Pechino, che ha condannato il lancio e non smette di esortare alla calma, reagisce soprattutto alle critiche statunitensi, secondo le quali la Cina non starebbe facendo abbastanza. La Repubblica popolare dice: nessuno ceda alla tentazione di lavarsene le mani, sarebbe irresponsabile ed inefficace.

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