Di Euronews
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L’Argentina non si rassegna, in migliaia sono scesi di nuovo in piazza a un mese dalla scomparsa di Santiago Maldonado. A Buenos Aires ci sono stati scontri tra polizia e dimostranti che chiedono al governo di impegnarsi di più per trovare il giovane 28enne scomparso durante l’intervento della gendarmeria nel corso di una protesta della popolazione indigena dei Mapuche nella regione patagonica.
“Santiago è scomparsa dopo una violenta repressione della comunità dei Mapuche”, dice sua moglie “quindi è la gendarmeria che deve darci una risposta: fin dall’inizio lo hanno dato come disperso, ma non è disperso, è scomparso”. Secondo i familiari, il giovane sarebbe scomparso dopo essere stato portato in un commissariato di polizia.
“Siamo tutti qui per Santiago Maldonado, che è tenuto prigioniero, per tenere alta l’attenzione in questo momento particolare della nostra democrazia in cui il governo oligarchico usa la repressione quando non ha il consenso delle persone”, dice un dimostrante. “Dov’è Santiago Maldonado? Lo stato è responsabile”: si legge tra gli striscioni portati a Buenos Aires, nella simbolica Plaza de Mayo in cui è ancora viva la memoria degli oltre 30.000 desaparecidos della dittatura militare, tra il 1976 e il 1983.