Negli Stati Uniti, l’attenzione mediatica è incentrata sullo scontro tra Donald Trump e l’ex capo del Federal Bureau, James Comey, licenziato il 9 maggio scorso.
Dal podio nel Giardino delle Rose, accanto al Presidente della Romania, Klaus Iohannis, in visita alla Casa Bianca, Donald Trump non usa giri di parole e passa all’attacco.
“Nessuna collusione, nessuna ostruzione, Comey è uno spione”, dice.
Al reporter che gli chiede poi se è disposto a parlare sotto giuramento, al pari di Comey, il Presidente risponde: “Sono pronto al 100% a testimoniare sotto giuramento e a ripetere tutto quello che ho detto sull’ex direttore dell’Fbi: non ho ostacolato le indagini, né gli ho chiesto lealtà, non conoscevo a fondo l’uomo, dunque non potevo certo chiedergli di fare cose scorrette o raccontare il falso, non avrebbe avuto senso”.In uno degli ultimi tweet presidenziali, si legge testualmente:” Nonostante tante false dichiarazioni e bugie, Comey è uno spione”.
Appena qualche giorno fa, nel corso dell’audizione davanti alla Commissione Intelligence del Senato, lo stesso Comey aveva dato del “bugiardo” a Trump, confermando che gli chiese di interrompere le indagini su Micheal Flynn, sospettato di collusione con i russi.