Il presidente turco contro l'idea del Pentagono di armare i curdi siriani per l'offensiva finale e la riconquista di Raqqa
L’idea degli Stati Uniti di fornire armi pesanti ai curdi siriani contro il sedicente stato islamico per riconquistare Raqqa, ha fatto imbufalire Istanbul. Per Erdogan i curdi siriani sono una specie di braccio armato del pkk (partito curdo dei lavoratori) il partito turco che per Ankara resta un gruppo terroristico; nella carambola di dichiarazioni di disappunto è arrivata anche la voce del presidente turco Erdogan:
“La lotta al terrorismo non si può fare con un’altra organizzazione terroristica. Questo passo potrebbe mettere in pericolo il futuro della Siria e della regione. Ed è evidente cosa hanno provocato in Siria passi falsi fatti in passato”.
Intanto le forze democratiche siriane, composte per lo più da curdi, avanzano e si preparano all’assalto finale a Raqqa, considerata la capitale siriana del sedicente stato islamico. Nelle ultime ore hanno liberato Tabqa, appena 40 chilometri a Ovest di Raqqa. Tabqa è la città della diga più grande della Siria, controlla le acque del Lago Assad e poteva essere usata dall’Isil per causare un’inondazione catastrofica.
Anche le forze statunitensi si preparano. Truppe americane si trovano nel nord- ovest della Siria, a Derik. Probabilmente in vista di una stretta a tenaglia per liberare Raqqa.
US-backed rebels say they’ve liberated key Syrian city of Tabqa from ISIS, are keeping sights set on Raqqa https://t.co/Dxhj6zHhm3pic.twitter.com/h3vvb5ywkx
— CNN Breaking News (@cnnbrk) 10 maggio 2017