Presidenziali francesi: come il terrorismo influenzerà il voto?

Presidenziali francesi: come il terrorismo influenzerà il voto?
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Di Laurence Alexandrowicz
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Uniti sotto lo slogan "Je suis Charlie", i francesi faticano a fare una distinzione tra Islam e terrore. Laurence ha perso il marito: Bisogna fare delle distinzioni, ma quelli che stanno con l'Isil so

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Il 26 giugno del 2015 la vita di Laurence Cornara cambia. Radicalmente.

Il marito Hervé Cornara è ucciso da un suo dipendente, a Saint-Quentin Fallavier, vicino a Lyon.
Yassin Salhi, l’assassino ha abbracciato il salfismo.

Laurence Cornara :

“Ho letto il Corano per cercare di capire. Bisogna fare delle distinzioni, ma quelli che stanno con l’Isil sono dei mostri. Come sradicarli? Non ci sono mille soluzioni; Fare tabula rasa”.

Hervé Cornara è una delle 238 vittime francesi in Francia del terrorismo tra il 2015 e il 2016.

“La paura del terrorismo incoscientemente fa parte del nostro quotidiano”.

“A un certo punto si indacavano come obiettivi i centri commerciali, tutti potevamo essere facili vittime”.

Lo stato francese mostra il pugno di ferro, 7000 militari puttugliano il territorio, lo Stato d’urgenza è prolungato fino alla fine di luglio.

“C‘è paura, paura di attentati nella metro, nel bus, ovunque ci sia un raggruppamento, una cerimonia. In un certo modo hanno raggiunto il proprio scopo”.

Laurence Alexandrowicz, euronews:

“All’indomani degli attentati i francesi hanno gridato: non abbiamo paura; anche se è vero che con la paura di un nuovo attentato hanno imparato a conviverci”.

“Non ho paura per me, ma per miei nipoti, quando sono con loro sto molto più attenta”.

“Appena vediamo una borsa per terra la segnaliamo e la metro viene bloccata”.

All’indomani degli attentati del gennaio 2015, la Francia risponde con fermezza e unità.

Quattro milioni di persone manifestano sotto lo slogan “Je suis Charlie”. È l’11 gennaio

Laurence Alexandrowicz, euronews: “Ma l’unità soccombe alla tentazione di divisione che l’islamofobia semina in Francia”.

L’attentato di Nizza mette nuovamente a dura prova la Francia.

Marwan Mohammed, sociologo del CNRS:

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“C‘è una società francese estremamente fragile che fa fatica a pensare alla coesione. Questo dubbio viene rafforzato”. Nel giugno dell’anno scorso, 4000 à 5000 musulmani rendono omaggio alla coppia di poliziotti uccisi a Magnanville.

La manifestazione della comunità islamica non basta.
L’autorità religiosa è accusata di non condannare il terrorismo:

Bdelaziz El Jahouari, segretario generale del Consiglio delle Istituzioni musulmane di Yvelines :

“La comunità religiosa non vuole farsi carico di atti criminali fatti in suo nome ma di fronte a alcune frange della socità ha l’impressione di doversi giustificare”.

Una cosa è certa, dopo gli attentati del gennaio 2015, gli atti di islamofobia si sono moltiplicati, si constata un aumento di oltre il 200%.Cosa che non si è verifiata in seguito. Due le ipotesi per Marwan Mohammed:

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“Una più ottimista: i francesi fanno una distinzione tra la violenza cui ricorrono gruppi che si dicono islamici e i musulmani; ce n‘è una seconda molto più preoccupante e che vede crescere il sostegno per candidati che sono per il rifiuto tout court dei musulmani”.

E il Fronte Nazionale di Marine Le Pen sembra approfittare di questa situazione. Il terrorismo non è al centro della campagna elettorale del partito di estrema destra. L’ombra di Daesh condizione comunque dibattito e influenzerà il voto.

Laurence Alexandrowicz ha fatto diverse domande a Marwan Mohammed. Ecco un breve estratto dell’intervista:

“GLi attacchi terroristici peseranno sulle elezioni?”.

Marwan Mohammed, sociologo del CNRS :

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“La lotta al terrorismo non è il cuore della campagna elettorale; il fatto che sotto la presidenza Hollande si siano prese misure drastiche contro il terrorismo, come lo stato d’urgenza, una riduzione delle libertà, oltre a varie misure anti terrorismo, che si sia parlato di decadenza della nazionalità per chi ha doppia nazionalità; è stato un modo per mettere a tacere l’opposizione”.

-Daesh sperava in una guerra civile in Francia. Ha fallito in questo?

“Non possiamo parlare di disfatta totale di coloro che come Daesh, vogliono metterci l’uno contro l’altro.

Che si tratti di gruppi terroristi o di movimenti politici d’estrema destra che hanno come obiettivo quello di escludere una parte della popolazione.
Possiamo rilevare invece che l’opinione nagativa verso i musulmani largamente presente nella nostra società non sono state modificate dagli attacchi che hanno colpito la società francese”.

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