La promulgazione, a tarda sera, della legge anti-Soros in Ungheria riporta in piazza i movimenti studenteschi.
La promulgazione, a tarda sera, della legge anti-Soros in Ungheria riporta in piazza i movimenti studenteschi.
La norma voluta dal governo di Viktor Orban e firmata dal capo dello Stato minaccia la sopravvivenza dell’Università dell’Europa centrale (Ceu) finanziata dal miliardario di origine ungherese.
I manifestanti difendono l’idea di una società aperta.
“La protesta di mercoledì sarà molto importante, vedremo quante persone scenderanno in piazza. La protesta di domenica scorsa ha già attirato numerose presenze – dice Adam, un giovane di Budapest – Credo che si stia sviluppando una nuova classe politica nella società, in particolare tra i giovani. Mi pare che i giovani siano molto più partecipi”.
Secondo la nuova norma, la Ceu non potrà più immatricolare studenti dal primo gennaio 2018 e dovrà chiudere entro il 2021.
Oltre 900 accademici di tutto il mondo, tra cui 18 premi Nobel, hanno firmato un appello per tenere aperta l’Università i cui vertici hanno annunciato la volontà di ricorrere alla giustizia contro una legge definita “discriminatoria”.
Orban ce l’ha con Soros perché, a suo dire, s’intromette negli affari dell’Europa dell’est cercando di minare i governi della regione.