Secondo l'Organizzazione mondiale delle migrazioni queste vittime vanno ad aggiungersi alle 232 contate dall'inizio del 2017
Sono più di 70 i corpi trovati sulla costa occidentale libica in meno di 24 ore. La macabra
conta è stata fatta dalla Mezzaluna Rossa locale intervenuta dopo che le vittime del naufragio erano state avvistate da abitanti della zona.
#Libya: Reminder of continued vulnerability of #migrants. Each death is tragic, all of them preventable #StopIndifference#ProtectHumanitypic.twitter.com/4jxfV8bbcz
— IFRC (@Federation) February 21, 2017
I migranti, provenienti da diversi Paesi dell’Africa, hanno trovato la morte mentre cercavano di raggiungere l’Europa. Il ritrovamento è avvenuto nei pressi della città di Zawiya, una cinquantina di chilometri a ovest di Tripoli. Le autorità libiche, che non escludono che il mare restituisca altre vittime, hanno anche rinvenuto l’imbarcazione, vuota e senza motore, su cui presumibilmente queste persone erano state fatte salire dai trafficanti.
Questi morti vanno ad aggiungersi ai 232 contati dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni dall’inizio dell’anno.
“It is fundamental to use #Humanrights principles to improve the physical and mental health of migrants” – Dr. Knipper #MigrantHealthpic.twitter.com/fKNldvmiTE
— IOM Migration Health (@healthIOM) 21 febbraio 2017
Al largo della Libia, intanto, il pattugliatore d’altura Dattilo, della Guardia costiera italiana, è intervenuto per trarre in salvo altre 630 migranti, che viaggiavano su una barca di legno e su un gommone.
In mattinata, da Papa Francesco era arrivato l’ennesimo appello alle istutuzioni perché vengano istituiti canali umanitari sicuri e adottate politiche giuste e lungimiranti. L’obiettivo deve essere: provare a dare una risposta a un’emergenza mondiale.