Massacro a Istanbul: i ricordi dei sopravvissuti

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Di Alberto De Filippis
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Istanbul: l'orrore vissuto nelle parole dei sopravvissuti. Gli assalitori però sarebbero più d'uno come invece comunicato dalle autorità

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Una gragnuola di colpi nel bel mezzo di un veglione di capodanno e tutt’attorno corpi che cadono. È quello che ricorderanno, probabilmente per tutta la vita, i sopravvissuti del Reina, il disco-bar sulle sponde del Bosforo a Istanbul.

Un uomo ferito alla schiena afferma: “Hanno sparato sulla gente senza pietà. Non avevano pietà. Ognuno di loro ha sparato con armi automatiche. Hanno sparato a tutti alla testa”.

Questa è altre testimonianze però, divergono da quanto comunicato in queste ore dalle autorità che invece parlano di un solo assalitore. In fuga.

Un’altra donna racconta: “Ci siamo buttati a terra e mio marito mi ha coperto. Hanno sparato con armi Erano due o tre persone. C’era una specie di nebbia e sono svenuta. Delle persone mi sono veute addosso ed io le ho spinte via. Alla mia destra e a sinistra tutti piangevano e c’era quell’odore di polvere da sparo…”

Molti però non ce l’hanno fatta e chi accompagnava le vittime ha potuto soltanto recarsi all’obitorio per il terribile processo di riconoscimento dei corpi.

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