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Sport: fatti e misfatti del 2016

Sport: fatti e misfatti del 2016
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Di Euronews
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A sorpresa, Nico Rosberg e la Formula 1 si sono detti addio.

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A sorpresa, Nico Rosberg e la Formula 1 si sono detti addio.

Vince e se ne va

Davvero un annuncio choc quello del tedesco, nuovo campione del mondo il quale, a distanza di soli 4 giorni dal titolo iridato, ha spiazzato il mondo dei motori, preferendo la quiete familiare allo stress lavorativo della Mercedes.

“Ho scalato la mia montagna”: così ha giustificato la scelta l’ormai ex pilota, figlio d’arte.

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Murray numero uno

Anno da incorniciare per il tennista scozzese Andy Murray, divenuto il nuovo numero uno del ranking mondiale dopo aver superato in classifica il serbo Novak Djokovic.

Murray ha festeggiato la leadership conquistando per la prima volta il torneo di Parigi Bercy, ultimo Masters 1000 della stagione.

Prima ancora, ha vinto Wimbledon, il Masters di Londra e l’oro a Rio (l’unico ad aver mai vinto due ori olimpici in singolare, peraltro consecutivi).

Ironia della sorte, solo l’anno prima Djokovic conquistava il suo terzo trionfo nel torneo indoor parigino, battendo proprio lo scozzese.

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Froome, terza volta al Tour de France

Per la terza volta in carriera, il britannico Chris Froome ha vinto il Tour de France.

Un successo prevedibile, ad un certo punto della competizione, festeggiato sui Campi Elisi a Parigi con la parata finale insieme ai compagni del Team Sky.

Froome ha terminato la corsa con oltre quattro minuti di vantaggio sul secondo classificato, il giovane francese Romain Bardet, terzo invece il colombiano Nairo Quintana.

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Marquez, terzo titolo

Debuttò nella classe 125 del Motomondiale nel 2008, ed era già considerato uno di quelli “da tenere d’occhio”: a otto anni di distanza, si può affermare che il pronostico fu azzeccato per Marc Marquez.

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Talento puro, quello dello spagnolo, che nel 2016 ha disputato quindici gran Premi, vincendo in cinque circostanze, piazzandosi tre volte secondo ed altrettante volte terzo, il tutto condito da sei pole e 273 punti complessivi conquistati.

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Stelle e strisce in Ryder Cup

Fiumi di champagne hanno bagnato il successo statunitense nella Ryder Cup 2016 di golf.

Davanti al proprio pubblico, otto anni dopo l’ultima vittoria, è stato il capitano della squadra, Davis Love III, ad esultare.

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Il protagonista del trionfo a stelle e strisce è stato però Patrick Reed, giustiziere, a coronamento di un entusiasmante duello, di Rory McIlroy, nel primo match individuale dell’ultimo giro.

Vincitore della sua terza Ryder all’undicesima partecipazione, il veterano Phil Mickelson.

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Tragedia Chape

Mai una favola aveva avuto un finale tanto tragico: dal dilettantismo al raggiungimento della prima finale della propria storia, prima del crudele destino.

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Tocca il cuore la vicenda della Chapecoense, un enorme sacrario a cielo aperto lo stadio dei carioca, dove migliaia di persone si sono radunate per ricordare le 71 vittime del distastro aereo che ha distrutto la squadra, diretta in Colombia per la finalissima di Copa Sudamericana.

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Cleveland e Chicago

Il 2016 è stato anche l’anno in cui i Cleveland Cavaliers hanno vinto, per la prima volta nella loro storia, il titolo di campioni NBA di basket.

Uno strepitoso LeBron James, eletto miglior giocatore delle Finals, ha trascinato la squadra al successo, nella decisiva gara7, sul parquet dei Golden State Warriors, a conclusione di una rimonta clamorosa (dall’1-3 al 4-3).

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Nelle World Series, invece, dopo 108 anni maledizione sfatata: a trionfare sono stati i Chicago Cubs, che in gara 7 hanno piegato in trasferta la resistenza dei padroni di casa dei Cleveland Indians, laureandosi campioni della Major League di Baseball.

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Ali, Palmer e Cruyff

L’uomo che ha cambiato per sempre il gioco del calcio è scomparso a Barcellona, a 68 anni, dopo una lunga malattia.

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Aveva combattuto col suo cuore matto, ma Johan Cruyff, fenomeno del pallone che aveva allenato Ajax e Barcellona e cui era stato diagnosticato un cancro ai polmoni, si è spento il 24 marzo, circondato dalla famiglia.

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Persino il presidente Obama gli ha reso omaggio con un tweet: se n‘è andato a 87 anni Arnold Palmer, uno dei più grandi golfisti della storia.

Tra i suoi fiori all’occhiello, Palmer aveva fondato una società per gestire il suo enorme patrimonio, pari a 675 milioni di dollari, in favore dello sport e dell’impegno filantropico.

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Altro addio “eccellente” a una vera e propria icona del XX secolo è stato quello a Muhammad Ali, deceduto in un ospedale di Phoenix, Arizona.

L’ex campione del mondo dei pesi massimi, oro olimpico a Roma ’60, era stato ricoverato lo scorso giugno in condizioni non gravi, tuttavia il morbo di Parkinson, malattia che lo attanagliava da lunga data, lo aveva già progressivamente lavorato ai fianchi.

Per lui, funerali in pompa magna nella sua città natale, Louisville, Kentucky.

L’ex Cassius Clay aveva lasciato la boxe nel 1981.

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