Il premier portoghese anti-austerity: "La Germania? Mai leader d'Europa"

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Antonio Costa contro Berlino: "Troppe chiusure, per essere leader è necessario costruire ponti"; e rassicura: in Portogallo la ripresa è alle porte

Isabel Kumar, giornalista Euronews, ospita in Global Conversation il primo ministro portoghese Antonio Costa, incontrato al Web summit di Lisbona , uno dei maggiori eventi sulle nuove tecnologie in Europa.

Isabel Kumar:
“Inizieremo subito affrontando la questione delle elezioni americane che hanno portato Donald Trump alla Casa Bianca: era il risultato che desiderava?”

Antonio Costa:
“La scelta del presidente degli Stati Uniti appartiene agli elettori americani. Naturalmente per molte persone e per me stesso, è una sorpresa e si spera che gli Stati Uniti continuino a sostenere il partenariato transatlantico con l’Europa e le loro responsabilità nel quadro multinazionale delle Nazioni Unite; ma penso che il grande messaggio che dobbiamo ascoltare e cercare di capire è perché questo risultato è stato possibile. Questa è la grande domanda e ce l’ha già posta Brexit e diverse indagini in diversi paesi europei … “

Biography: António Costa

  • Costa, primo ministro dal November 2015
  • Costa guida un governo socialista di minoranza, anti-austerity
  • Governa con l’appoggio di un’allenza che comprende due partiti della sinistra radicale
  • Costa è stato sindaco di Lisbona dal 2007 al 2015 ---

I.K.
“Allora, perchè?”

A.C.
“Credo francamente ci sia uno scollamento tra ciò che è il quadro politico dominante e le ansie della gente comune e che dobbiamo colmare un gap, stabilire una nuova relazione con le reali esigenze dei cittadini verso la politica. Ovviamente la globalizzazione è irreversibile ed è un guadagno per l’intera economia globale; è un guadagno per lo sviluppo di molti Paesi, dalla Cina all’India.”

I.K.
“È anche una minaccia per molti dei nostri concittadini. Vanno rassicurati e non l’abbiamo fatto…”

A.C.
“Lei dice che la globalizzazione è qui ma Donald Trump durante la sua campagna ha detto che avrebbe portato avanti una politica protezionista, isolazionista. Quale sarà l’impatto sull’Europa”.

A.C.
“In Europa, ci sono un sacco di reazioni protezioniste; quando ci sono dei Paesi dello spazio Schengen che chiudono le loro frontiere per non ricevere i rifugiati, quando vediamo il Regno Unito fuori dell’Unione europea, quando vediamo la vittoria di Trump, si capisce che c‘è una forte reazione contro la globalizzazione “.

I.K.
“Questa è una cattiva notizia per l’Europa?”

A.C.
“No, è una cattiva notizia per il mondo e anche per l’Europa. È necessario capire che bisogna limitare la globalizzazione, questo penso che sia uno dei grandi fallimenti dell’Unione europea finora”.

I.K
“Torneremo su questi temi relativi all’Unione europea, ma restiamo per un attimo su Donald Trump: cosa ne pensa del programma?”

A.C.
“Beh, il suo programma non è il mio programma, non solo sul versante economico ma anche per i valori che propone. Però tra Paesi democratici dobbiamo rispettare la scelta dei diversi popoli e dobbiamo rispettare la scelta che gli americani hanno fatto”.

I.K.
“Torneremo su questo tema delle elezioni negli Stati Uniti durante la nostra intervista, ma siamo a Lisbona al Web summit”.

A.C.
“Per fortuna!”

I.K.
“Allora parliamone….
Questo vertice è molto importante per voi, perché arriva in un momento difficile per l’economia portoghese: ci sono alcuni segni di dinamismo ma nel complesso non va bene. Perché era così importante per lei che il Web summit si tenesse qui a Lisbona?”

A.C.
“Siamo in pieno cambiamento, la nostra situazione è in evoluzione. Abbiamo concluso il programma di aggiustamento con la Troika. Assicuriamo che quest’anno, per la prima volta, avremo un deficit inferiore al 3% e saremo fuori dalla procedura d’infrazione dunque dobbiamo rilanciare l’economia; la ripresa economica che deve essere guidata principalmente dall’innovazione. Le start-up sono l’opzione scelta per mobilitare questa generazione di portoghesi, la piú qualificata che abbiamo formato, colpita dal’emigrazione negli anni della crisi… “

I.K.
“Hanno lasciato il paese?”

A.C.
“Abbiamo bisogno che tornino e, soprattutto, abbiamo bisogno che i giovani che abbiamo restino, integrati nelle nostre università e politecnici, per beneficiare della loro qualità e competenza”.

I.K.
“E l’austerità era necessaria? Forse era la politica giusta al momento?”

A.C.
“Credo che il programma della troika sia stato un errore, ma lo abbiamo superato, abbiamo voltato pagina e ora stiamo guardando verso il futuro.”

I.K.
“Lei dice che avete voltato pagina. Ma data l’incertezza globale, alcuni evocano la possibilità di un secondo piano di salvataggio”.

A.C.
“No, non vi è alcuna ragione per questo. In primo luogo, ho già detto, avremo il migliore deficit da 42 anni, uno dei migliori dell’Unione europea.”

I.K.
“Ma la crescita è fragile …”

A.C.
“Sì, è vero, ma sarà bassa in un contesto, quello europeo, in cui la crescita è debole. Noi abbiamo ridotto la disoccupazione di 2 punti già da quest’anno. Le nostre esportazioni totali sono aumentate del 6%, quelle verso i Paesi UE sono schizzate a + 7,6% “.

I.K.
“Si dimetterà se non ci sarà la crescita?”

A.C.
“È uno scenario improbabile. Abbiamo una maggioranza parlamentare stabile, un ottimo rapporto con il Presidente e con le parti sociali; gli indicatori di dicono che economicamente c‘è un clima di crescente fiducia da inizio anno. Gli stipendi dei dipendenti pubblici, tagliati del 30% per cinque anni, sono stati riportati al loro livello iniziale e siamo riusciti a operare una riduzione delle imposte sui salari nel settore privato e nel pubblico “.

I.K.
“Ma non tutti sono d’accordo con lei…”

A.C.
“È normale, no?”

I.K.
“In Europa, penso a Wolfgang Schäuble, il ministro delle Finanze tedesco … il leader del suo partito lo ha definito un incendiario. Egli sostiene, suppongo, che Schäuble avrebbe bruciato il vostro Paese …”

A.C.
“Beh, è vero. Purtroppo, il ministro Schäuble ha una posizione ostile nei confronti del nostro governo basata sull’ignoranza della realtà economica portoghese.
Io ho l’abitudine di dire che sono molto interessato ai tedeschi, ma soprattutto i tedeschi che conoscono bene il Portogallo. E quei tedeschi che conoscono il Portogallo hanno fiducia nel nostro Paese e ci investono.
Per esempio: Volkswagen ha un impianto qui ed è il più produttivo d’Europa. Cosa ha deciso Volkswagen? Di creare un nuovo modello di auto che lancerà il prossimo anno e che verrà prodotta qui. Bosch ha già aperto due nuovi siti produttivi in ​​Portogallo. Continental invece una nuova fabbrica proprio quest’anno “.

I.K.
“Schäuble secondo lei non sa queste cose?”

A.C.
“No, non conosce tutta la realtà portoghese, ma per fortuna gli imprenditori tedeschi hanno familiarità con il Portogallo, hanno fiducia nel Portogallo e aumentanp i loro investimenti qui.”

I.K.
“Mi piacerebbe tornare sul confronto tra l’Europa e gli Stati Uniti .. Durante la sua campagna, Donald Trump ha detto che la sua vittoria sarebbe stata una specie di Brexit. Per molti osservatori è una vittoria per il populismo, ma è anche una vittoria del populismo in Europa?”

“J'adresse mes félicitations au Président des Etats-Unis et mon témoignage d’amitié au peuple libre des Etats-Unis d’Amérique.” #ConfMLPpic.twitter.com/zjuO0FB9n6

— Marine Le Pen (@MLP_officiel) 9 novembre 2016

It was a great honour to spend time with realDonaldTrump</a>. He was relaxed and full of good ideas. I&#39;m confident he will be a good President. <a href="https://t.co/kx8cGRHYPQ">pic.twitter.com/kx8cGRHYPQ</a></p>&mdash; Nigel Farage (Nigel_Farage) 12 novembre 2016

A.C.
“Il populismo xenofobo è presente ovunque in Europa. Ci sono forse solo la Spagna e il Portogallo che resistono: è normale perché il Portogallo, non sta nel cuore dell’Europa, è sul bordo dell’Atlantico, aperto al mondo … “

I.K.
“Quale sarà l’impatto sul populismo in Europa? Andrà a rafforzarne lo sviluppo?”

A.C.
“Spero sempre che ogni decisione disastrosa come Brexit o la vittoria di Trump sia vaccino sufficiente per proteggerci da nuovi errori e nuovi trionfi del populismo nelle prossime elezioni in Europa.
Fortunatamente, noi continuiamo a resistere, rimaniamo aperti al mondo, cosa decisiva per il nostro futuro. È la nostra storia, ma anche il nostro futuro.”

I.K.
“Ma anche il vostro partito, ha un’alleanza con gli euroscettici. Si tratta di un movimento che sta guadagnando terreno in Europa, vogliono la disintegrazione dell’Unione Europea. Siete pronti a rischiare tanto? “

A.C.
“Nel caso del Portogallo è necessario capire che l’alleanza su cui si basa il nostro governo rispetta le differenze nelle nostre posizioni. Il partito socialista di cui sono il leader, è campione d’integrazione in Europa. Sempre. L’accordo che abbiamo con gli altri partiti di sinistra non riguarda le questioni europee. Così il programma di governo rimane un programma pro-Europa che promuove l’integrazione”.

I.K.
“Sareste disposti ad organizzare un referendum, un giorno, qualora i portoghesi chiedesseo un voto popolare sull’adesione all’Unione europea?”

A.C.
“Oggi sono 30 anni dall’adesione. Non è ora di referendum. Non è una questione che si pone, in Portogallo”.

I.K.
“Si tratta di un punto fermo. Non ci sarà mai.”

A.C.
“Vi è un ampio consenso su questo tema in Portogallo e anche dopo quattro anni di troika, rimaniamo europeisti.
Abbiamo un problema però nell’Unione e va messo sul tavolo in modo molto chiaro: dobbiamo completare l’Unione economica e monetaria. Non è stato fatto, ed è una questione essenziale per stabilizzare l’intera Europa “.

I.K.
“Ma i populisti faranno di tutto per evitarlo”

A.C.
“Noi li dobbiamo combattere.”

I.K.
“Come? A capo di questi movimenti populisti, ci sono personalità molto forti: si parlava, naturalmente, di Donald Trump negli Stati Uniti ma in Europa c‘è Nigel Farage che ha spinto la Gran Bretagna fuori dall’Unione europea.”

A.C.
“Sì, e dopo è stato lui ad andarsene. Ha lasciato la Gran Bretagna con un grosso problema, e poi si è tirato indietro. Questa è l’irresponsabilità …”

I.K.
“Sì, ma loro dicono di sentirsi responsabili.”

A.C.
“Il populismo è più o meno sinonimo di irresponsabilità. È facile fare discorsi, è facile mobilitare le persone per prendere decisioni, ma poi gestirle e governarle è più difficile.
Quello che sta accadendo in Gran Bretagna è incredibile: tutti i grandi difensori della Brexit tranne Boris Johnson se ne sono andati. Quelli che restano non sanno cosa fare. È incredibile che dopo aver deciso di lasciare l’Unione europea, il Regno Unito domandi ogni giorno più tempo per pensare, per sapere cosa fare, come aprire i negoziati”.

I.K.
“Parlando di queste figure populiste, il problema non potrebbe essere la mancanza di leadership in Europa?”

A.C.
“Non so se mancano leadership, ma di certo mancano i risultati. La gente vuole essere rassicurata sul fatto che, anche se si fa parte di un’economia globale, ci siano norme per la crescita, per la creazione di occupazione, che ci siano nuove forme di lavoro e formazione affinché le persone possano stare sul mercato e non restarne fuori.
Quindi la mia risposta è che la preoccupazione per questi tre aspetti – la crescita, la disoccupazione e la sicurezza – è il messaggio fondamentale che i cittadini ci stanno inviando e noi dobbiamo rispondere in modo positivo … “

I.K.
“Dunque la Germania, da molti detta leader di fatto dell’Unione Europea, non è necessariamente un esempio da seguire?”

A.C.
“Penso che questo è un paradosso, perché è l’unico paese che può essere il leader, ma purtroppo non vuole esserlo. Perché per esserlo si deve avere la capacità di unire, creare ponti, andare verso i poveri, i ricchi, piccoli, grandi, paesi dell’est, i paesi occidentali, paesi del Nord, dell Sud e la Germania non sa farlo.
La Germania non ha mai assunto una posizione unificante e lei non ha imparato ad esserlo.
Quindi è molto difficile per la Germania tenere questa posizione di leadership e, purtroppo, non ci sono altri paesi che sono riusciti ad esercitarla al posto della Germania.
È per questo che confido molto in Jean-Claude Juncker, nella sua Commissione, perché in assenza di capacità di leadership all’interno degli Stati membri, la Commissione ha la possibilità di prendere una posizione centrale come al tempo di Jacques Delors e di incarnare la vera leadership dell’Unione europea”.

I.K.
“Tornando al Web summit. C‘è una sessione chiamata La follia della realtà virtuale. Pensa che rischiamo di lanciarci verso l’ignoto e che le future generazioni dovranno pagarne il prezzo? “

A.C.
“Tutte le generazioni si trovano ad affrontare l’ignoto: è il loro futuro. È vero che oggi le dinamiche di innovazione tecnologica sollevano questioni più complesse rispetto a prima. L’automazione, la robotica, il digitale ci pongono domande difficili.
Nella storia tutte le conquiste di produttività, le conquiste tecnologiche, hanno reso possibile la creazione di più posti di lavoro rispetto a quelli che sono stati distrutti.
Quindi si deve reinventare il nostro modo di lavorare, condividere il tempo di lavoro e i guadagni della produttività “

I.K.
“Per terminare su una nota più leggera, siccome siamo a un summit della nuova tecnologia: ha un feticcio, in questo senso, e ne vorrebbe uno nuovo?”

A.C.
“Credo fermamente nel valore delle nuove tecnologie nel campo della mobilità.
La grande sfida che l’umanità dovrà affrontare nei prossimi decenni è il cambiamento climatico e significa soprattutto trovare il modo di implementare la mobilità sostenibile. Per raggiungere questo obiettivo, i progressi tecnologici rappresentano una grande opportunità … “

I.K.
“E nella sua vita quotidiana?”

A.C.
“Nella mia vita quotidiana, lavoro con i software, con il mio portatile ed è sempre un’avventura per me trovare nel mio – come si dice in francese – telefono cellulare, nuove app per operazioni bancarie, per comprare un libro, trovare un ristorante, migliorare il nostro accesso alla conoscenza, all’informazione. È fantastico!”

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