Trump dialoga con Pechino e pensa a un escamotage per uscire dall'accordo sul clima

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Di Euronews
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Mentre tutti si chiedono se la politica di Donald Trump corrisponderà a quel cambiamento radicale annunciato in campagna elettorale, i segnali che arrivano dal presidente eletto sono…

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Mentre tutti si chiedono se la politica di Donald Trump corrisponderà a quel cambiamento radicale annunciato in campagna elettorale, i segnali che arrivano dal presidente eletto sono contrastanti.

Prima del voto aveva accusato la Cina di commercio sleale e minacciato dazi del 45% sui suoi prodotti. Ora Trump e il presidente cinese Xi Jinping si sono parlati al telefono e, secondo fonti di Pechino, hanno affermato la volontà di collaborare per rafforzare i legami tra le due principali economie del pianeta.

Trump ha appena annunciato di aver scelto come capo dello staff della Casa Bianca Reince Preibus, presidente del partito repubblicano e quindi rappresentante del vecchio establishment. D’altro canto ha nominato l’ultraconservatore Steve Bannon, ex direttore della sua campagna, alto consigliere del presidente e responsabile della strategia della futura amministrazione.

A chi protesta per la sua elezione, Trump dice: “Non abbiate paura di me”. E ai suoi sostenitori chiede di smetterla con gli attacchi a neri e ispanici, ma conferma il muro col Messico e le espulsioni, pur ridimensionandone la portata, rispetto alla cifra di undici milioni citata in campagna elettorale.

“Quello che faremo è espellere chiunque abbia precedenti penali, i membri di bande, gli spacciatori di droga”, dichiara alla CBS, nella sua prima intervista dopo il voto. “Sono tante persone, probabilmente due milioni, potrebbero essere addirittura tre milioni. Li cacceremo dal nostro Paese o li arresteremo.”

Il presidente eletto starebbe cercando il modo per ritirare gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima nonostante il trattato preveda che chi l’ha ratificato non possa uscirne prima di 4 anni.

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