Günther Oettinger accusato di razzismo e omofobia si difende ma non chiede scusa

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Si difende ma non si scusa il Commissario europeo all'agenda digitale Günther Oettinger, pizzicato in un video in cui la settimana scorsa, in occasione di un incontro con alcuni imprenditori ad Amburg

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Si difende ma non si scusa il Commissario europeo all’agenda digitale Günther Oettinger, pizzicato in un video in cui la settimana scorsa, in occasione di un incontro con alcuni imprenditori ad Amburgo, teneva un discorso dai toni razzisti e considerato anche omofobo e sessista.

Riferendosi ad un incontro avvenuto il mese passato con i ministri cinesi, il Commissario Ottinger aveva commentato in questo modo:
“Indossavano tutti delle giacche monopetto, blu scuro. Avevano tutti i capelli pettinati da sinistra a destra, con il lucido da scarpe nero”.
Ma le battute non finiscono qui. Il politico tedesco si è lasciato andare su questioni di politica interna, criticando le politiche di sostegno alla maternità, fino ad arrivare a chiedersi se i matrimoni gay verranno ben presto resi obbligatori.
Ed ancora, secondo Ottinger il sistema delle quote rosa sarebbe l’unico mezzo che le donne hanno per ricoprire degli incarichi di responsabilità.
Nel discorso del Commissario c‘è posto proprio per tutti, perfino per i Valloni, definiti “comunisti” a causa della loro feroce opposizione all’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada.

Alla stampa tedesca Ottinger spiega che quelle non erano che delle frasi estratte da un contesto piu ampio.
La Commissione Europea, attraverso il suo portavoce, preferisce non prendere alcuna posizione: “Non ero in quella sala – afferma Margaritis Schinas – ho visto il video come lo avete visto voi. Sul perchè di quelle dichiarazioni credo che bisognerà ascoltare quello che Gunther ha da dire, non posso dire altro.”

Insomma, proprio la tecnologia digitale ha giocato un brutto tiro a Oettinger.
Poco male, visto che da gennaio 2017 sarà il nuovo Commissario per il budget europeo, a seguito delle dimissioni di Kristalina Georgieva.

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