Ungheria: proteste contro la chiusura del quotidiano considerato voce critica verso Orban

Ungheria: proteste contro la chiusura del quotidiano considerato voce critica verso Orban
Di Euronews
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In Ungheria la chiusura di un giornale non avviene nell’indifferenza.

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In Ungheria la chiusura di un giornale non avviene nell’indifferenza. Soprattutto se è considerata la voce critica più autorevole verso il governo Orban. Per questo almeno duemila persone sono scese in piazza a Budapest per difendere la libertà di stampa e per protestare contro la chiusura decisa senza alcun preavviso del quotidiano di sinistra Nepszabadsag.

“Ovunque in Europa c‘è bisogno di un giornale come questo – ha detto Andras Muranyi, caporedattore – ma ce n‘è bisogno soprattutto in Ungheria. Ed è per questo che sto negoziando con la proprietà, la società Mediaworks”.

Manifestation de solidarité ce soir avec le quotidien hongrois suspendu à #Budapest, #Hongriepic.twitter.com/hxtraGT4oB

— Ibolya Virág (@ibolya_virag) 8 octobre 2016

L’editore ha sostenuto che la chiusura si è resa necessaria per le perdite. Una motivazione che non convince i manifestanti.

“Negli ultimi anni – ha sottolineato una ragazza – abbiamo assistito a molti attacchi contro la libertà di stampa e all’annientamento dei diversi media. Ma questa volta è davvero è troppo..”

“Penso che non possa accadere in nessun stato democratico – precisa un manifestante – quello di far sparire un giornale come questo da un giorno all’altro.”

Pour comprendre ce qui se passe en ce moment en #Hongrie, la grande manifestation à #Budapesthttps://t.co/3ucJwJggHY#Népszabadság

— Hulala (@Hulala_org) 8 octobre 2016

La proprietà del quotidiano ha annunciato anche di aver intenzione di
riprendere le pubblicazioni dopo aver progettato un “nuovo modello economico”.
Ma tutta l’operazione resta dai contorni incerti.

“I giornalisti del quotidiano erano stati solo informati che avrebbero cambiato la sede della redazione. Ma ora non sanno nemmeno se potranno proseguire e in quali circostanze. Da Budapest Andrea Hajagos, euronews”.

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