Libia: dopo l'offensiva del generale Haftar, forse si negozia un esecutivo di larghe intese

Libia: dopo l'offensiva del generale Haftar, forse si negozia un esecutivo di larghe intese
Di Cecilia Cacciotto

La Libia ha annunciato di voler riprendere quanto prima le esportazioni di petrolio.

La Libia ha annunciato di voler riprendere quanto prima le esportazioni di petrolio.

Il greggio resta la principale fonte di entrate statali e dal 2011 a oggi la produzione di greggio è passata da 1.5 milioni di barili al giorno a 300 mila.

L’offensiva di Khalifa Haftar, il generale che si oppone al governo di unità nazionale, ha sottratto a quest’ultimo il controllo di tre terminal petroliferi.

È vero però che Haftar ha dichiarato che i terminal saranno gestiti dalla Compagnia nazionale del petrolio.

Compagnia che incarna l’ambiguità che regna nel Paese: da un lato dichiara infatti di restare fedele al governo centrale ma dall’altro mostra una certa simpatia verso Haftar.

La situazione politica della Libia non è molto diversa: diviso dall’estate del 2014 in due anime principali, a est il governo di Tobruk incarnato da Haftar e a ovest quello di Tripoli riconosciuto internazionalmente.

La mediazione internazionale al momento non è servita.

La conquista del controllo dei terminal da parte di Haftar è vista da alcuni osservatori come un atto di forza per fare pressione sulla comunità internazionale così da restituire al generale un ruolo di primo piano nella vita politica del Paese da cui è stato di fatto allontanato.

L’offensiva di Haftar arriva in un momento di difficoltà per il governo Sarraj, due membri dell’esecutivo si sono dichiarati a favore dell’offensiva del generale ribelle, che gode di grande popolarità tra i libici.

La situazione preoccupa la comunità internazionale che teme una guerra civile dalle conseguenze imprevedibili, soprattutto per quel che riguarda il controllo delle frontiere e la crisi dei migranti.

Ci sono circa 235.000 migranti in Libia pronti a partire per l’Italia, appena le condizioni lo permetteranno.

A lanciare l’allarme l’inviato Onu in Libia, Martin Kobler, che aggiunge, rafforzare la sicurezza in Libia resta obiettivo prioritario.

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