Zika: non rientra l'allarme dell'Oms

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E mentre i casi di infezione da virus Zika aumentano nel sud est asiatico, a Singapore è stato riscontrato il primo caso autoctono di infezione.

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E mentre i casi di infezione da virus Zika aumentano nel sud est asiatico, a Singapore è stato riscontrato il primo caso autoctono di infezione.

Il virus, in questa circostanza, non è stato importato da viaggiatori provenienti dalle zone in cui il virus sta circolando.
Il primo caso di virus locale è stato individuato nella città-stato lo scorso 27 agosto, mentre a maggio si era registrato il primo caso di contagio su un uomo che rientrava dal Brasile.

Il sistema sanitario all’avanguardia che ha Singapore ha permesso subito di individuare il focolaio dell’infezione.

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Non è il caso di altri Paesi della regione. Da qui la particolare attenzione dei ricercatori che chiedono un uso strategico delle risorse per prevenire o comunque attenuare le conseguenze di Zika.

Nell’aggiornamento della mappa del virus al 31 agosto, Singapore figurava come 58° Paese con un focolaio di Zika attivo, stando ai dati del Centro di controllo e prevenzione per le malattie degli Stati Uniti.

Dopo aver fatto temere il peggio durante le Olimpiadi di Rio, l’allarme non rientra. Ci sono infatti zone particolarmente sensibili alla diffusione locale del virus.

In particolare, rischiano India, Cina, Filippine, Indonesia, Nigeria, Vietnam, Pakistan e Bangladesh, paesi dalle risorse limitate e dalle condizioni climatiche adatte al proliferare della zanzara vettore.

Il virus è noto ai ricercatori sin dagli anni Quaranta del secolo scorso. Nel 2015, la prima epidemia di Zika colpisce l’America Latina, a esserne risparmiati al momento solo Cile, Uruguay e Canada.

In Africa invece, l’infezione si è registrata solo nell’isola di Capo Verde .

Nel 2007 la zanzare portatrice del virus è individuata nelle isole del Pacifico, dove ci sono almeno 8 focolai attivi.

Dopo aver decretato Zika come emergenza di portata internazionale, l’Oms non può che constatare la continua espansione dell’epidemia e richiamare l’attenzione pubblica.

David Heymann, Commissione Emergency dell’Oms:

“Anche se sappiamo di più su Zika dopo questi primi sette mesi, c‘è ancora bisogno di sostenere la ricerca a livello globale, perché Zika resta ancora un’emergenza e una preoccupazione internazionale. Zika continua a diffondersi in molti Paesi del mondo”.

Sono state aggiornate anche le linee guida sui comportamenti sessuali da avere, l’Oms consiglia sei mesi di rapporti protetti, nel caso si sospetti di essere venuti a contatto con la zanzara o con persone infette al fine di evitare qualunque rischio di trasmissione.

Se le donne incinte devono avere una particolare attenzione, le conseguenze dell’infezione sull’individuo non sono ancora del tutto chiare.

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