La Russia reagisce all’esclusione dai giochi paralimpici, decretata ieri dal Comitato paralimpico internazionale.
La Russia reagisce all’esclusione dai giochi paralimpici, decretata ieri dal Comitato paralimpico internazionale.
L’accusa è sempre la stessa, il dopaggio organizzato a livello statale.
Cosa che Mosca ha sempre negato, e soprattutto il presidente del comitato paralimpico russo rigetta l’idea della punizione collettiva pregiudiziale:
“Prima, vengono colpiti 270 atleti paralimpici puliti, che non hanno mai commesso violazioni. I loro destini vengono spezzati. E solo dopo verificheranno se è vero o no, perché o perché no. È una cosa incredibile della quale sono estremamente scioccato”.
Il bando fa seguito all’esclusione dell’atletica russa dalle Olimpiadi, seppur con qualche eccezione.
L’opinione generale, in Russia, è più o meno in linea con quella del governo. In molti pensano che queste decisioni siano la conseguenza delle tensioni politiche in corso tra Russia e Occidente.
“È chiaro perché questo accade: è politica. E quando la politica si immischia in altri aspetti della vita, come la cultura o lo sport, è una cosa oltraggiosa. Ma non possiamo farci niente. Forse l’unica cosa da fare sarebbe semplicemente boicottare l’evento, forse non è la cosa giusta da fare ma è quello che penso”.
Lo squadrone paralimpico russo aveva chiuso al secondo posto nel medagliere ai giochi di Londra 2012. La federazione russa si rivolge al Tribunale Arbitrale Sportivo, sperando in una riammissione, anche se poi gli atleti dovessero gareggiare sub judice. I giochi paralimpici si svolgeranno dal 7 al 18 settembre.