L'Onu condanna la censura on line: è la violazione di un diritto umano

L'Onu condanna la censura on line: è la violazione di un diritto umano
Di Euronews
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button

Le Nazioni Unite condannano l’oscuramento dei siti internet, dichirandola una violazione dei diritti umani fondamentali.

PUBBLICITÀ

Le Nazioni Unite condannano l’oscuramento dei siti internet, dichirandola una violazione dei diritti umani fondamentali. In una risoluzione licenziata venerdì primo luglio dagli Stati membri, l’Onu raccomanda il rispetto dei diritti umani on line che valgono tanto quanto quelli della vita offiline. La risoluzione, nata per iniziativa di Stati Uniti, Svezia e Tunisia, non è passata all’unanimità ma è stata osteggiata da Russia, Cina, Arabia Saudita, Sud Africa e India. Questi Paesi hanno chiesto nello specifico la cancellazione della parte in cui si “condannano inequivocabilmente tutte le misure per prevenire o interrompere l’accesso alla diffusione di informazioni online”. Nel 2015 ci sono stati almeno 15 blocchi di internet nel mondo, 20 nella prima metà del 2016 secondo le statistiche di Access Now, piattaforma dedicata alla tutela e alla diffusione dell’accesso a internet.

BREAKING: UN Human Rights Council approves landmark resolution condemning internet shutdowns #KeepitOn#HRC32https://t.co/rzdRl9prSW

— Access Now (@accessnow) 1 luglio 2016

L’iniziativa dell’Onu arriva dopo la campagna KeepItOn che ha voluto richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica su questo grave fenomeno che ha numeri in crescita. Che l’accesso a Internet costituisca un diritto umano fondamentale, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite lo aveva già dichiarato all’unanimità in una risoluzione approvata nel 2012. Tutti devono avere la possibilità di connettersi ed esprimere liberamente il proprio pensiero su Internet. “Il mancato accesso a internet danneggia tutti e impedisce che le violazioni dei diritti umani vengano alla luce, impedendo ai cittadini di partecipare al processo elettorale in modo democratico”, ha detto Deji Olukotun, del gruppo Access now, tra i maggiori sostenitori della campagna KeepItOn.

Internet shutdowns violate human rights. Find out more & join me in the fight to #KeepItOnhttps://t.co/dVbWIYL0Rapic.twitter.com/Lt1mlwEzMY

— Poncelet Ileleji (@Poncelet2) 5 luglio 2016

Censura, tra passato e futuro

I dati dell’ultimo rapporto di Reporters sans frontières (Rsf) sono drammatici. Nella lista nera dei 18 peggiori Paesi per libertà di stampa ci sono l’Arabia Saudita, l’Iran, Cuba e Cina. In Turchia il governo ha imposto spesso il silenzio informativo, è successo per le notizie relative agli attentati di Istanbul. Ai media è stata imposta la censura anche sull’ultimo attacco allo scalo di Ataturk. Il governo del Ghana ha già annunciato di volere impedire l’accesso ai social network proprio durante le prossime elezioni di novembre. Oscuramento dei siti internet ci sono stati in Ciad, Uganda e Congo-Brazzaville durante le ultime elezioni presidenziali.

Guarda nella mappa di Google le interruzioni recenti o in corso
https://www.google.com/transparencyreport/traffic/#expand=CG

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Gaza: nessuna tregua dopo l'approvazione della risoluzione Onu, Austin vede Gallant, Haniyeh in Iran

Gaza: Israele blocca aiuti Unrwa nel nord della Striscia, Ocasio-Cortez accusa Israele di genocidio

Giornata mondiale dell'acqua: un uso sostenibile per garantire salute e pace