Il cerchio intorno alla roccaforte dell'ISIL si stringe, ma l'assalto è rimandato. Save the Children: "È allarme per i bambini"
Il cerchio intorno a Falluja si stringe, ma l’assalto per riprendere la città all’ISIL viene rimandato per preservare l’incolumità dei 50.000 civili che vi sono ancora bloccati. L’annuncio del premier iracheno Haider al-Abadi fa eco ai timori espressi da diverse organizzazioni umanitarie e arriva ad oltre una settimana dal via delle operazioni.
Se la priorità non fosse tutalere i civili, l'offensiva sarebbe già conclusa
Primo ministro iracheno
Iraq stalls Falluja assault 'to protect civilians': https://t.co/o8zbtbuZXYpic.twitter.com/g5OVyWfThf
— Reuters World (@ReutersWorld) 1 giugno 2016
“Qui a Nuamuya, nell’immediato sud di Falluja, i combattimenti proseguono grazie anche all’appoggio della coalizione internazionale e dell’aviazione irachena – spiega il responsabile delle operazioni, Generale Abdul Wahab Al-Saidi -. Le forze impegnate sul terreno appartengono a polizia, esercito e unità anti-terroristiche”.
In visita all’accampamento militare di Tariq, il primo ministro Al-Abadi ha incontrato i responsabili delle operazioni e detto che una rapida conclusione dell’offensiva sarebbe possibile, se la priorità non fosse al momento quella di mettere al sicuro i civili.
“L’allarme bambini” delle organizzazioni umanitarie
Proprio nelle ultime ore, Save the Children e Programma alimentare mondiale hanno lanciato un “allarme bambini”: i 20.000 ancora presenti a Falluja, dicono, sono esposti a una “violenza estrema” e rischiano a breve di esaurire le scorte di cibo.