Il meglio di Cannes 2016

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Adesso che le luci si sono spente a Cannes diamo un’occhiata alle prelibatezze del festival di quest’anno.

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Adesso che le luci si sono spente a Cannes diamo un’occhiata alle prelibatezze del festival di quest’anno.

Iniziamo con un’opera perfettamente riuscita, firmata Mohamed Diab, regista egiziano impegnato, già autore nel 2010 della pellicola ‘Cairo 678’.

In apertura della sezione ‘Un Certain Regard’, ‘Clash’ ci porta in un viaggio soffocante dentro un furgone della polizia al Cairo durante la violenta estate del 2013, dove manifestanti pro e anti Fratelli Musulmani si ritrovano insieme. Impressionante il lavoro delle riprese in una operazione cinematografica coinvolgente.

1.01 VOICE ON (‘Wrong Elements’, Jonathan Littell – Le Pacte)

Non pago del prestigioso premio Goncourt, l’autore Franco-Americano Jonathan Littell si è cimentato nel film documentario ‘Wrong Elements’ che ha debuttato con una proiezione speciale a Cannes. Il film mette a fuoco la vita degli ex bambini soldato in Uganda …

… I giovani adulti che, come i bambini, sono stati indottrinati alla cultura della libera carneficina passando dalla situazione di vittime a quella di assassini. La forza del film sta nel dare voce a questi sopravvissuti senza interferire, anche se avrebbe potuto conquistarsi dei punti con un montaggio piu’ forte in alcune parti.

Durante un festival, che non si è stupito degli eccessi di violenza e di cannibalismo, ‘Toni Erdmann’ di Maren Ade ha offerto una bentrovata porzione di realismo comico a tinte forti.

L’opera racconta la storia di Winifried, un maestra elementare tedesca divorziata con una predilezione per certe stravaganze, che decide di addolcire la vita di sua figlia, maniaca del lavoro, con la sorpresa di una sgradita visita. Sebbene lungo, il film offre momenti assolutamente inestimabili che nella loro dinamica risultano divertenti. Risate a crepa pelle e tristezza sono garantite.

E concludiamo questa carrellata sui nostri film preferiti del Festival di Cannes 2016 con ‘La cameriera’ del coreano Park Chan-Wook, un sorta di romanzo storico punteggiato da erotismo lesbico, umorismo e orrore.

Adattamento del best seller di Sarah Waters ‘Fingersmith’ è ambientato nel Giappone del 1930, racconta la storia di una ragazza coreana strappata alla povertà che comunque sconta la doppia croce del rapporto con un gentiluomo truffatore.

Firmato dal regista di ‘Oldboy’, il film offre un trittico ambizioso e molto divertente, in cui l’amore vince tutto, ma non come ci si potrebbe aspettare.

E’ tutto per il nostro speciale Cinema Box dedicato a Cannes. Buona visione con questi film.

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