Mancano almeno un centinaio di persone all’appello dopo il naufragio di mercoledì al largo delle acque libiche.
Mancano almeno un centinaio di persone all’appello dopo il naufragio di mercoledì al largo delle acque libiche. I sopravvissuti, soccorsi e trasferiti a Lampedusa, raccontano di un peschereccio carico di almeno 650 migranti.
Ufficialmente i morti sono 5. Ma potrebbero essere decine le persone scomparse mentre i soccorritori cercavano di intervenire.
“Ho gridato, ho utilizzato tutti i dispositivi acustici a nostra disposizione per entrare in contatto con loro – racconta il capitano Francesco Iavazzo – Dicevo: “Ascoltatemi, sedetevi, fidatevi di noi vi veniamo a salvare tutti”. Ma non è stato sufficiente. Mentre la nostra nave si avvicinava la gente ha continuato a muoversi, a saltare in acqua e a nuotare verso di noi. A quel punto li abbiamo recuperati”.
A questo dramma se ne è aggiunto già un altro sempre di fronte alle coste libiche: un nuovo naufragio dove si contano almeno una trentina di morti.
Nel Canale di Sicilia intanto continuano gli sbarchi. Oltre 4.100 le persone soccorse e messe in salvo solo nella giornata di giovedì, in 22 operazioni di intervento. Salvato anche un piccolo di 5 anni, rimasto orfano.