UNCHR:"Grecia e Turchia non sono pronte per implementare l'accordo sui migranti"

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Per ogni siriano rimpatriato in Turchia dalle isole greche, un altro siriano viene reinsediato dalla Turchia in un Paese dell’Unione europea. Il

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Per ogni siriano rimpatriato in Turchia dalle isole greche, un altro siriano viene reinsediato dalla Turchia in un Paese dell’Unione europea. Il meccanismo alla base dell’accordo tra Ankara e Bruxelles del 18 marzo viene duramente contestato da numerose organizzazioni umanitarie: lamentano la vaghezza dei criteri scelti per i ricollocamenti.

Save the Children lo definisce un accordo illegale e inumano e chiede di ripensare il piano. La Comunità di Sant’Egidio, impegnata con il governo italiano all’implementazione dei “corridoi umanitari” aerei, parla di fallimento dell’Unione Europea a causa della deroga alle sue responsabilità.

Intanto, a fronte di 202 deportazioni, sono almeno 330 i migranti partiti dalle coste turche e sbarcati nello stesso giorno sulle isole greche.

Venerdì scorso l’Agenzia Onu per i rifugiati ha lanciato l’allarme, né la Grecia nà la Turchia sono pronte per avviare i rimpatri dei migranti.
Euronews ha intervistato Philippe Leclerc, Rappresentante dell’Agenzia Onu per i rifugiati di Atene .

Euronews
Crede ancora che i rimpatri non sarebbero dovuti inizire oggi?

Philippe Leclerc
Crediamo che l’avvio in modo frettoloso dei rimpatri possa mettere a rischio la vita di molte persone, in particolare degli afgani che saranno

Che potrebbero essere rinviati a Chios. In molti avranno grandi problemi. La maggior parte di quelli giunti a Lesbo sono stati rimandati indietro. Tra i rimpatri ci sono anche molte persone che legalmente non hanno diritto alla protezione internazionale, come i pakistani, ma che vivono comunque condizioni di disagio. Per chi non ha presentato domanda d’asilo invece non ci sono problemi per essere rimandati indietro .

Euronews Crede che l’accordo tra Unione europea e Turchia sia legale? Philippe Leclerc
Crediamo che tanto in Turchia quanto in Grecia ci sia bisogno di stabilire un livello legale di salvaguardia delle persone. E ora come ora credo che la situazione non sia questa in nessuno dei due Paesi . La legge che ha messo in atto l’accordo con la Turchia è stata approvata dal Parlamento greco il 3 aprile. C‘è bisogno di avere un minimo di stabilité per attuare un accordo che tenga conto di alcuni principi minimi di tutela dei diritti umani. E lo stesso vale per la Turchia, dove a rischio sono soprattutto i diritti di iracheni e afgani per i quali la procedura di richiesta d’asilo deve essere raffozata.

Euronews
Eppure ora in Grecia ci sono almeno 50.000 persone, bloccate. Qual è la loro situazione?

Philippe Lecler
La situazione è particolarmente tesa a Idomeni, lungo il confine con la Repubblica di Macedonia, dove si trovano ancora 10.000 persone che continuano a sperare di superare la frontiera. Anche al Porto del Pireo, però, la situazione è piuttosto preoccupante. Le autorità greche hanno iniziato a preparare campi d’accoglienza in modo da garantire condizioni di vita migliori.

Euronews
Crede che le persone che provano a partire dalla Siria e dalla Turchia andrebbero persuase a non farlo ?

Philippe Leclerc
E’ sempre molto difficile prevedere quello che le persone faranno o no. I trafficanti, ad esempio, sono protagonisti di campagnae di disinformazione in Turchia. Vendono protezioni e diritti che il Paese in realtà non riconosce. La decisione finale spetta sempre e soltanto al singolo individuo, che deve decidere da solo se rischiare la vita per arrivare clandestinamente in Grecia o in altri Paesi europei.

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