Provare a morire a Shanghai: bastano 444 yuan. E potrete raccontarlo

Provare a morire a Shanghai: bastano 444 yuan. E potrete raccontarlo
Di Andrea Neri
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Farsi cremare da vivi, rinascere e poter raccontare com‘è stato. È quel che promette il “simulatore di morte” (“Xinglai”, traducibile come

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Farsi cremare da vivi, rinascere e poter raccontare com‘è stato. È quel che promette il “simulatore di morte” (“Xinglai”, traducibile come “risveglio”). Un’esperienza catalogata sotto il nome di “attrazione” benchè forse andrebbe coniato un termine ad hoc. Succede a Shanghai dove la stampa è stata invitata a pochi giorni dall’apertura al pubblico. La messa a punto di questa sorta di giostra macabra, ideata da Ding Rui, è durata circa 4 anni.

“È veramente una sensazione interessante” racconta Lu Siwei, uno dei partecipanti alla sessione che due circa due ore. “È una forma di estraniamento totale, un modo per immergersi nel fondo dei propri pensieri, concentrarsi sui propri problemi esistenziali. Questo è il punto: quando uno attraversa quella porta fa l’esperienza di un cambiamento di mentalità che lo rende per sempre diverso” dice.

A scegliere chi passerà dalle fiamme simulate del forno crematorio per poi tornare simbolicamente a vedere la luce è l’insieme dei partecipanti attraverso le risposte ad una serie di domande. Ciascuno può scrivere le ultime volontà. Il biglietto per il valzer con la morte costa 444 yuan, numero che in Cina viene associato appunto alla morte. Che vale poco più di 50 euro.

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