Rapimento e riscatto dei dati, i Mac della Apple nel mirino dei "ransomware"

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Di Giacomo Segantini  Agenzie:  Reuters
Rapimento e riscatto dei dati, i Mac della Apple nel mirino dei "ransomware"

Da oggi è ufficiale: nemmeno gli utenti Mac possono più dirsi completamente al sicuro dai cosiddetti ransomware. Il termine, derivato dalla fusione delle parole inglesi “ransom“ (riscatto) e “software”, indica un particolare tipo di virus che crittografa i dati rendendoli inaccessibili. Per liberarli, occorre pagare appunto un riscatto.

Nel caso odierno il “cavallo di troia” era rappresentato da una versione di Transmission, un programma per scaricare tramite rete BitTorrent, rilasciata venerdì scorso (la 2.90): al suo interno si nascondeva un virus, KeRanger, programmato per attendere in silenzio tre giorni per poi cominciare a crittografare i dati e quindi richiedere il pagamento di un BitCoin di riscatto (circa 400 dollari ai valori attuali).

Apple è intervenuta durante il weekend revocando i certificati digitali per l’installazione del software incriminato. I creatori di Transmission, dal canto loro, hanno rilasciato una nuova versione del programma, la 2.92. Stando a quanto dice il sito, installandola è possibile rimuovere il software maligno dal Mac.