Crisi migranti, Tusk: "lunedì chiudiamo la rotta balcanica"

Ci sono sempre 12.000 migranti circa bloccati alla frontiera di Idomeni, tra Grecia e Macedonia. L’apertura colo contagocce del confine ha creato un imbuto, sul quale l’Europa ha intenzione di intervenire a monte, dato che quasi tutti quelli che arrivano qui sono passati dalla Turchia.
“Aiutateci. Fa freddo.”
— amnesty italia (@amnestyitalia) 1 marzo 2016
7000 rifugiati bloccati a #Idomeni. Aprire canali legali e sicuri, subito #safepasagepic.twitter.com/bbaHEC9Bfu
Il presidente del consiglio europeo, Donald Tusk, ha affermato che ci sono spiragli di ottimismo sulla cooperazione con Ankara. Lunedì si terrà un vertice straordinario sul tema dell’ondata migratoria che non accenna a diminuire di intensità.
La Grecia, dopo un incontro bilaterale tra ministeri degli Esteri proprio con la Turchia, ha ribadito che non può farcela da sola a fronteggiarla.
“Siamo entrambi d’accordo – ha detto il capo della diplomazia, Nikos Kotzias – che la questione rifugiati non è greca né turca e non può essere risolta nell’ambito delle relazioni bilaterali Grecia-Turchia. Si tratta di una questione globale, che al momento colpisce l’Europa e tormenta Grecia e Turchia”.
Il confronto tra il 2014 e il 2015 mostra flussi più che raddoppiati nello scorso anno. Il forte incremento deriva quasi interamente dal massiccio afflusso di siriani in primis, seguiti da afghani e iracheni.
Tutti teatri di forte instabilità, se non di guerra vera e propria. Che generano numeri ai quali l’Unione Europea non riesce a far fronte.
Nelle trattative con la Turchia ha messo sul piatto 3 miliardi di euro per convincere Erdogan a sorvegliare meglio i confini del suo Paese, dove i soli rifugiati siriani sono oltre 2 milioni. Distribuita oggi la prima tranche di aiuti.