Donal Trump, il miliardario idolo degli scontenti

Donal Trump, il miliardario idolo degli scontenti
Di Euronews
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Trump fa spettacolo sfoggiando la sua ricchezza, promette di far tornare gli Stati Uniti un grande Paese, si beffa degli avversari repubblicani.

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Donald Trump ha trasformato la campagna elettorale in un voto pro o contro di lui. Non piace all’ “Intelligentia” per quel misto di machismo e demagogia ma dilaga sui media che fanno a gara per commentare le sue sparate politicamente scorrete. Musica per le orecchie dell’elettorato bianco deluso dalla politica, frustrato dalla crisi economica ma pronto a una riscossa … di qualunque tipo. Trump fa spettacolo sfoggiando la sua ricchezza, promette di “far tornare gli Stati Uniti un grande Paese:http://www.4president.us/websites/2016/donaldjtrump2016website.htm, si beffa degli avversari repubblicani.

La prima sconfitta in Iowa non ha fermato la sua verve e si è confermato il candidato da battere.
Donald Trump, classe 1946, è l’uomo più ricco che abbia mai tentato la scalata alla presidenza americana. Una fortuna ereditata dal padre e rilanciata negli anni, portata ad esempio di successo nonostante i ripetuti rischi di bancarotta.

In quasi mezzo secolo di attività imprenditoriale Trump ha costruito grattacieli, immobili residenziali, campi da golf e casinò, ha finanziato concorsi di bellezza, Miss America e Miss Universo, ha scritto autobiografie e guide sull’arricchimento. Si è sposato tre volte, con due modelle e un’attrice e ha cinque figli.

Non si era mai speso in politica fino all’aprile 2015, quando ha lasciato intendere la possibilità di farsi avanti per la presidenza degli Stati Uniti.

“Penso che il migliore sia Donald Trump. Vediamo cosa succederà – Intende candidarsi? Ci stiamo pensando seriamente”.

Detto fatto. Le bordate hanno reso “The Donald” l’osservato speciale di queste primarie:

“Non ho mai visto nessuno mentire così tanto come Ted Cruz, va a dire in giro di essere Cristiano, io non lo so e voi lo dovrete scoprire”.

Ce l’ha con gli immigrati e la proposta shock di costruire un muro alla frontiera con il Messico ha fatto storcere il naso anche al Papa, un pretesto per spararla ancora più grossa:

“Se e quando il Vaticano sarà attaccato dall’Isis, e come sappiamo il Vaticano rappresenta il vero trofeo dell’Isis, io vi posso assicurare che il Papa potrà solo sperare e pregare che Trump sarà Presidente”.

“The Donald” si mostra egocentrico, istrionico e sicuro di sé anche quando gli ricordano la facilità con cui ha vestito all’occorrenza i panni del democratico, poi repubblicano, poi di nuovo democratico ed ora più repubblicano che mai … fino al prossimo giro.

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