Ennesimo, drammatico naufragio tra le coste turche e quelle greche. Un barcone carico di profughi siriani, afgani e birmani ha colpito le rocce
Ennesimo, drammatico naufragio tra le coste turche e quelle greche. Un barcone carico di profughi siriani, afgani e birmani ha colpito le rocce vicino ad Ayvacik, poco dopo la partenza. Il relitto è affondato, intrappolando una parte dei passeggeri.
Il bilancio è di una quarantina di vittime, tra cui diversi bambini. Settantacinque persone sono state salvate.
“Non sono stato io, lo giuro” esclama davanti alle telecamere un uomo sospettato di essere lo scafista. “Avevo sei familiari su quella barca. E non so neanche se sono vivi o morti. Anch’io ero a bordo.” E al giornalista che gli chiede se non abbia rimorsi, risponde: “Giuro che non ho fatto niente. Sono venuto qui per andare in Germania.”
Nella notte anche due imbarcazioni della Guardia Costiera italiana hanno partecipato a salvataggi nel Mar Egeo nel quadro delle operazioni di Frontex.
Una motovedetta ha soccorso 3 gommoni vicino a Kos, mettendo in salvo 31 migranti.
L’altra ha recuperato 15 siriani naufragati su uno scoglio davanti alle coste greche e li ha trasportati sull’isola di Samo. Tra loro 4 donne e 5 bambini. Le operazioni svoltesi nel corso della notte sono state particolarmente difficili.