La polizia non conferma arresti. Trovato in casa di uno dei kamikaze materiale riconducibile all'Isil.
Avrebbero portato a due arresti e all’uccisione di un sospetto estremista, pur non direttamente legato all’attentato di giovedì a Giacarta, le operazioni compiute dalla polizia indonesiana. Dalla quale, però, non è giunta alcuna conferma ufficiale.
Di certo ci sono le perquisizioni in casa di uno dei kamikaze e in altri luoghi. Che hanno confermato legami con il sedicente Stato islamico, che d’altra parte ha rivendicato l’attacco combinato a uno Starbucks e a una stazione di polizia.
Dall’Isil sarebbero arrivati finanziamenti, ma certamente l’episodio di due giorni fa non ricorda la precisione con la quale spesso hanno colpito gli adepti del califfato.
I cinque attentatori suicidi hanno causato due morti e una ventina di feriti. Ma quanto è avvenuto non può essere preso sottogamba dalle autorità indonesiane.
Il Paese è già stato diverse volte oggetto di attacchi di matrice islamica, ma l’arrivo di una “regia” dell’Isil a orchestrarne uno rappresenta un fatto nuovo, che potrebbe essere l’inizio di una nuova organizzazione dell’estremismo anche nell’Asia orientale.