Aramco studia il dossier per la quotazione sulla Borsa di Riad

Aramco studia il dossier per la quotazione sulla Borsa di Riad
Diritti d'autore 
Di Alfredo Ranavolo
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button

La conferma dalla più grande società petrolifera al mondo di quanto affermato dal principe bin Salman in un'intervista.

PUBBLICITÀ

Un nuovo tassello potrebbe aggiungersi a breve alla rinnovata strategia economica dell’Arabia Saudita, che non disdegna riforme e privatizzazioni. Aramco, produttore petrolifero unico del Paese, il più grande del mondo, potrebbe approdare in Borsa.

Ad affermarlo è stato, in un’intervista all’Economist, il ministro della difesa e vice principe ereditario, Mohammed bin Salman.

Una operazione che sarebbe coerente con l’obiettivo a lungo termine, secondo l’esponente della famiglia reale, “di fare di Aramco l’azienda energetica e chimica leader nel mondo”.

La conferma di una valutazione in corso sulle opzioni possibili è arrivata da un comunicato della compagnia stessa.

Tra queste la quotazione di “una appropriata quota delle azioni societarie” oppure di un pacchetto delle sue controllate.

Una volta completata la fase di studio, i risultati verranno presentati al consiglio di amministrazione, che a sua volta darà il suo consiglio al consiglio supremo di Aramco. Figura di collegamento tra i due organismi è Amin H. Nasser, presidente e amministratore delegato della società.

Conferma della strategia sul petrolio basso

La mossa potrebbe essere una conferma che l’Arabia Saudita intende tenere ancora a lungo bassi i prezzi del petrolio, cercando per altre vie denaro fresco col quale sopperire al calo degli utili generato dal greggio a trenta dollari al barile.

“Hanno bisogno di aumentare le entrate” commenta Vicky Pryce, capoconsigliere del Centre for economics and business research. Dunque, se venderanno una parte di Aramco faranno un po’ di cassa e, ovviamente, potranno renderla più efficiente che se resta pubblica”.

Il persistere di bassi prezzi del petrolio, in virtù di una politica orchestrata dall’Opec e, quindi, sostanzialmente dall’Arabia Saudita stessa, ha prodotto un deficit di bilancio pari a 100 miliardi di dollari lo scorso anno.

Non esistono dati sui conti di Aramco, ma anche una valutazione a spanne, coi suoi oltre 10 milioni di barili al giorno, ne fa il vero gigante del mercato mondiale. Si calcola che sia in possesso del 15% delle riserve petrolifere mondiali.

Stime pur prudenti parlano di 2.500 miliardi di dollari, più di quattro volte la principale capitalizzazione oggi presente in Borsa, Apple, che vale 600 miliardi. In una classifica che vede la prima compagnia petrolifera, Exxon, appena al quinto posto. L’intera Borsa di Riad capitalizza, a oggi, meno di 400 miliardi in tutto.

Di certo, pure in caso si decida per il sì, la famiglia reale non vorrà perdere il controllo sul proprio gioiello, destinando all’offerta pubblica, che si preannuncia comunque come un evento storico, solo una piccola quota del capitale.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Sparatoria a Washington. Diversi i feriti

Addio a Richard Rogers. L'architetto firmò con Renzo Piano il progetto del Centre Pompidou

Il Long Covid dura quattro mesi. Colpisce il 14% delle persone infettate