Il conto alla rovescia è cominciato. Certo, avevamo detto la stessa cosa a ottobre, ma stavolta, affermano gli osservatori, ci siamo davvero. La
Il conto alla rovescia è cominciato. Certo, avevamo detto la stessa cosa a ottobre, ma stavolta, affermano gli osservatori, ci siamo davvero. La Federal Reserve, confortata dalla solidità della ripresa a stelle e strisce (e in particolare del mercato del lavoro), si avvia a rialzare il suo tasso d’interesse di riferimento.
Non crediamo che gli aumenti successivi del tasso di interesse principale saranno uno di fila all'altro. Dipenderanno molto dai fondamentali dell'economia
L’ultima volta che il costo del denaro aumentò correva l’anno 2006 e la banca centrale statunitense stava tirando le redini della politica monetaria per impedire all’inflazione di andare fuori target dopo la bolla della new economy. Poi, lo scoppio della crisi finanziaria e la decisione di abbattere i tassi allo 0%-0,25%.
“C‘è grande attesa per l’evento di questo mercoledì. La nostra previsione è che avremo un abbandono della politica dei tassi d’interesse quasi a zero e che vedremo il primo aumento di un nuovo ciclo”, dice Eric Wiegand di Wells Fargo.
“Crediamo che il rialzo iniziale sarà di un quarto di punto percentuale, e che sarà il primo di una serie. Però, non pensiamo che gli aumenti saranno uno di fila all’altro. Dipenderanno molto dai fondamentali dell’economia”, aggiunge Wiegand. A detta di tutti gli analisti, in effetti, la Fed navigherà a vista, pronta a riabbassare i tassi in caso di shock economici.
Per quanto riguarda i futuri rialzi, sul versante opposto, non c‘è fretta: una fiammata improvvisa dei prezzi non sembra un’ipotesi plausibile. Nonostante l’inflazione di base sia cresciuta dello 0,2% mensile e del 2% annuale a novembre, l’indice tracciato dalla banca viaggia su livelli molto più bassi.