“Passata la paura, il patto repubblicano ha tenuto impedendo al Fronte Nazionale di tracimare e conquistare la presidenza di alcune regioni”. Sono
“Passata la paura, il patto repubblicano ha tenuto impedendo al Fronte Nazionale di tracimare e conquistare la presidenza di alcune regioni”. Sono quasi unanimi le prime pagine dei giornali francesi all’indomani del secondo turno delle regionali.
Socialisti e Repubblicani si spartiscono il bottino con la sinistra che perde però Parigi. Eppure è difficile poter considerare quella del Fronte una sconfitta.
Circa sei milioni e ottocentomila di voti, pur con una maggiore affluenza rispetto al primo turno, è il bottino che una campagna davvero capillare sul territorio ha fruttato al partito di Marine Le Pen che impone il tripartitismo su scala nazionale. 358 consiglieri eletti nei vari consigli regionali. Quasi un milione i voti in più, rispetto al primo turno.
Alla destra vanno sette delle regioni nate dalla recente riforma territoriale. Cinque alla sinistra. E per la prima volta la Corsica va agli autonomisti. Segnali chiari dello scontento degli elettori come dice anche chi ha votato i partiti tradizionali: “Abbiamo evitato l’ondata di destrama questa suddivisione di regioni mi piace molto, che siano metà e metà”
Un uomo afferma: “Guardi sono un po’ deluso dallo stato d’animo della popolazione francese. Andare verso gli estremismi non credo sia una reazione intelligente e costruttiva.
“È una truffa”, dice un elettore del Fronte, “avevano tutti contro, ma vedremo alla fine”.
Al sud Marion Marechal le Pen ha detto che questa vittoria dovrebbe far vergognare l’esecutivo. Il premier Manuel Valls ha fatto pesantemente campagna chiedendo agli elettori di non votare il Fonte.
Anche Marine Le Pen ha perso di giustezza la corsa al nord, nel Nord-Pas-de-Calais, ma sembra ormai la candidata più forte per le presidenziali del 2017. In casa Le Pen ne sono convinti. La vittoria è solo rimandata.