Settori colpiti soprattutto il tessile, l'alimentare e il turismo
Gli scambi commerciali fra la Turchia e la Russia pesano l’equivalente di circa 5 miliardi e mezzo di euro all’anno.
Magliette anti-turche fatte in…Turchia
Le sanzioni di Mosca contro Ankara in seguito alla crisi del jet abbattuto, colpiscono soprattutto la parte turca ma complicano la vita anche ad alcuni settori economici russi, come quello del tessile, come spiega Liza Kroll, importatrice russa:
Questo è il mio ultimo viaggio per quest’anno e non so se l’anno prossimo il nostro commercio esisterà ancora.
Dettaglo curioso, le magliette con slogan anti turchi in Russia sono andate a ruba, ma sono per ora esaurite. Manca la stoffa, che veniva importata…dalla Turchia.
Dal punto di vista turco la situazione è più preoccupante, come spiega Giyasettin Eyyupkoca, presidente di un’associazione di commercianti di Istanbul:
Una delle prime cose che i russi hanno detto è stata: non andate più in Turchia, non comprate più nulla dalla Turchia. Così abbiamo perso i clienti. Per noi rappresentavano un reddito significativo, soprattutto per la vendita al dettaglio, ma comunque significativo.
Altro settore toccato dalla crisi, quello alimentare. Ma, se i russi devono fare a meno dei pomodori e dei cetrioli turchi, sono esortati anche a dimenticare il sole di Smirne.
Il crollo delle prenotazioni rischia di fare davvero male al turismo turco. Le coste del paese sono sempre state meta ambita dei vacanzieri russi in cerca di mare e abbronzatura.
Lilia Rotoloni