Il governo iracheno chiama in causa il Consiglio di sicurezza dell’Onu per chiedere il ritiro immediato delle truppe turche dal nord dell’Iraq. È
Il governo iracheno chiama in causa il Consiglio di sicurezza dell’Onu per chiedere il ritiro immediato delle truppe turche dal nord dell’Iraq. È l’ultimo colpo di scena sul fronte anti-Isil in un’escalation di tensione divampata con l’abbattimento di un jet russo da parte di Ankara.
L’8 dicembre, il Cremlino aveva definito illegale la presenza dell’esercito turco.
“L’invio di forze armate turche senza il permesso del governo iracheno non è considerato un aiuto contro il terrorismo, ma si tratta di una palese violazione della sovranità dell’Iraq – dice il Primo ministro iracheno, Haider al Abadi – non ci sono altre forze armate di qualsiasi altro paese sul suolo iracheno, tranne quelle turche”.
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, definisce disonesta la mossa di Baghdad di coinvolgere le Nazioni Unite. Ankara ricorda che le truppe sono state inviate per addestrare le forze irachene a combattere l’Isil.
“Avremo dovuto aspettare un invito da parte del governo centrale iracheno e un attacco contro il nostro Paese? Non possiamo permetterci questo lusso – ha sentenziato Erdogan – Al contrario, se il governo iracheno non può prendere misure per contrastare gli attacchi terroristici che probabilmente, da lì raggiungono il nostro paese, allora ci penseremo noi”.
La presenza delle truppe turche nei pressi di Mosul risale al marzo scorso. Il distaccamento militare conta circa 600 soldati, più di una dozzina di carri armati. La città è nelle mani dell’Isil dal giugno 2014.