Il corpo del pilota precipitato alla frontiera turco-siriana è arrivato in Russia. Questo mentre l’esecutivo turco ha reiterato come non chiederà
Il corpo del pilota precipitato alla frontiera turco-siriana è arrivato in Russia.
Questo mentre l’esecutivo turco ha reiterato come non chiederà scusa per l’abbattimento avvenuto lo scorso martedì, come pretende il Cremlino.
Ad affermarlo il premier di Ankara, Ahmet Davutoglu, che ha ripetuto come il Paese abbia solo compiuto il suo dovere.
Completamente diversa la posizione del presidente russo Medvedev che ha così giustificato le sanzioni contro la Turchia: “Prenderemo le necessarie contromisure per proteggere gli interessi della nostra gente in risposta al comportamento aggressivo della Turchia. Misure particolari che toccheranno una larga parte delle nostre relazioni commerciali”.
La Turchia, che sembra avere l’appoggio della Nato, non pare al momento interessata a disinnescare le tensioni con Mosca, a sentire la parole del premier: “La protezione del nostro spazio aereo e dei nostri confini non è solo un diritto, ma un dovere del mio governo. Nessun premier, o presidente, o autorità turca chiederà mai scusa per aver esercitato un dovere”.
La guerra delle dichiarazioni fra i due paesi continua con alcuni interventi di un terzo incomodo, il premier greco Alexis Tsipras che, riferendosi a quelle che i greci considerano le continue violazioni turche del loro spazio aereo, ha postato su twitter: “ “Per fortuna” i greci non sono “teste calde” come i turchi con i jet russi”. Parole che certo non serviranno a rasserenare gli animi.