C'è chi dice che tagliare le emissioni costerà, ma anche chi sottolinea l'impatto negativo di un mancato intervento. Barclays: un'opportunità per investire in rinnovabili
Combattere il riscaldamento climatico è importante. Ma qualcuno si è chiesto quanto costerà cambiare il nostro modello di sviluppo? La domanda arriva da Bjørn Lomborg, accademico danese noto per il suo scetticismo nei confronti delle ricette dei governi.
Nel migliore dei casi i tagli alle emissioni promessi dagli Stati alal COP-21 di Parigi limiteranno di pochissimo l’aumento medio delle temperature entro il 2100. Nel frattempo, dice Lomborg in un editoriale sul Wall Street Journal, l’economia globale avrà perso mille miliardi di dollari l’anno.
“Ogni Paese deve impegnarsi per limitare le emissioni di gas serra”, dicono da Greenpeace. “Ma – spiega Martin Kaiser, responsabile delle politiche ambientali internazionali della ONG – servirà anche un chiaro obiettivo di lungo termine per l’abbandono di carbone, petrolio e gas e il raggiungimento del 100% di energie rinnovabili entro il 2050. Abbiamo una possibilità su due di raggiungerlo”.
Sullo scenario di un abbandono dei combustibili fossili si sono concentrati anche gli esperti di Barclays: un accordo di ampio respiro a Parigi porterebbe a investimenti, da qui al 2040, per 30 mila miliardi di dollari in tecnologie per l’efficienza energetica e fonti rinnovabili.
E se invece decidessimo di non fare assolutamente nulla? La risposta arriva da uno studio dell’università di Berkeley, in California, che mette in correlazione temperature e attività economica: entro fine secolo, a causa delle modifiche alla fascia considerata ottimale (13 gradi centigradi) il riscaldamento farebbe “raffreddare” l’economia planetaria del 23%.