Vladimir Putin ha ordinato al governo russo di studiare misure economiche contro Ankara, ma intanto Mosca sta già mettendo in atto quelle che
Vladimir Putin ha ordinato al governo russo di studiare misure economiche contro Ankara, ma intanto Mosca sta già mettendo in atto quelle che sembrano ritorsioni per l’abbattimento del jet militare.
Il ministro russo dell’Agricultura, Alexandr Tkatcev, ha annunciato un rafforzamento dei controlli sui prodotti alimentari importati dalla Turchia, ufficialmente per rispondere a numerose violazioni delle norme sanitarie.
Il premier russo Dimitri Medvedev sottolinea: “Il governo è stato incaricato di elaborare una serie di misure in ambito economico e sociale in risposta a questo atto di aggressione.”
Tra i possibili provvedimenti, l’aumento dei dazi doganali. Ma intanto, alle frontiere, le guardie russe ispezionano già scrupolosamente tutte le merci che arrivano dalla Turchia, non soltanto i generi alimentari. Ne derivano ritardi e blocchi, come al confine con la Georgia.
“A causa dell’aereo abbattuto” dice un camionista georgiano “vedete qui dei mezzi che vengono da Kazakhstan, Georgia, Turchia e Kyrgyzistan, ma tutti hanno un carico turco e tutti sono stati fermati.”
Rischia di essere bloccata anche la realizzazione della prima centrale nucleare turca, così come quella del gasdotto TurkStream, che avrebbe dovuto portare il gas russo nell’Europa del Sud.
Mosca ha anche fermato i viaggi verso la Turchia e chiesto ai concittadini che vi si trovano di tornare in patria.