Jonah Lomu, leggenda del rugby

Jonah Lomu, leggenda del rugby
Di Roberto Alpino

Ha rivoluzionato il gioco del rugby neozelandese, sino a diventare la prima superstar mondiale nel settore. Era una battaglia impari, quella perduta

Ha rivoluzionato il gioco del rugby neozelandese, sino a diventare la prima superstar mondiale nel settore.

Era una battaglia impari, quella perduta da Jonah Lomu: l’ultima, la più ardua: una rarissima forma di sindrome nefrosica se l‘è portato via a soli 40 anni.

Scatto felino a fronte del fisico assai possente (1,96 m per 118 kg), Lomu è deceduto nella sua casa di Auckland.

Era stato il volto più noto della palla ovale nell’era moderna, oltre che uno dei rugbisti più forti.

“La sua ribalta sulla scena internazionale – afferma il Presidente dell’Unione neozelandese di rugby, Steve Tew -, ha condotto il nostro gioco ad un livello importante, è stata una scintilla imponente per il rugby, ricevendone piena gratificazione professionale:certamente quello che ha fatto ai Mondiali del ’95 è ancora nella mente di tutti”.

Tre mogli, con l’ultima delle quali aveva 2 figli piccoli, Lomu si era sottoposto ad un trapianto nel 2004, tuttavia dal 2011 viveva grazie alla dialisi.

Leggendarie resteranno le imprese siglate nella semifinale mondiale in Sud Africa nel 1995, seminando avversari al pari di un bulldozer.

Ancora suo il record di 15 realizzazioni nella storia della Coppa del Mondo, solamente eguagliato dal sudafricano Habana.

“Probabilmente sto come tutti gli altri, piuttosto devastato – dice invece l’ex capitano degli All Blacks, Umaga -, ovviamente parlo di quelli che lo conoscevano bene, ma anche della famiglia che ha lasciato. I nostri pensieri e le nostre preghiere vanno a loro.”

Organi di stampa locali riportano di un calo di proteine nel sangue alla base dell’ennesimo blocco renale.

“Vorrei veder crescere i miei figli, ma non so se ci riuscirò”, aveva detto Lomu qualche tempo fa: purtroppo per lui e per la miriade di appassionati che ne apprezzava le doti, non c‘è riuscito.

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