Immigrazione, l'Europa negozia con l'Africa:"maggiori aiuti in cambio di rimpatri"

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Dopo anni di rimandi, l’emergenza rifugiati giunta al limite con lo scoppio della crisi siriana ha spinto i leader di Unione europea e di trenta

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Dopo anni di rimandi, l’emergenza rifugiati giunta al limite con lo scoppio della crisi siriana ha spinto i leader di Unione europea e di trenta Paesi africani a incontrarsi a Malta per un vertice dedicato all’immigrazione. Una riunione importante, in cui si discute soprattutto del volto che l’Europa intende dare alla politica per l’immigrazione.

Per avere maggiori dettagli sugli argomenti al centro della riunione e un’idea di come andranno le discussioni abbiamo intervistato a Bruxelles il Commissario Ue Dimitris Avramopoulos, responsabile agli Affari Interni e Immigrazione.

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Cosa si aspetta dalla riunione de La Valletta?

Dimitris Avramopoulos
Per prima cosa vorrei poter condividere con voi il mio pensiero sulla situazione attuale. L’Africa è coinvolta tanto quanto noi nella crisi dei migranti ed è importante che in questi Paesi si comprenda che se l’Europa è pronta ad aumentare gli aiuti finanziari per la cooperazione e lo sviluppo, si aspetta al tempo stesso anche un aiuto concreto nella gestione dei flussi. In questi Paesi è tempo che si accetti l’idea dei rimpatri e che si inizi a lavorare insieme per creare delle vie legali all’immigrazione per coloro che vogliono raggiungere l’Europa. Colgo anche l’occasione per annunciarvi che nei primi due mesi del prossimo anno- la Commissione lo ufficializzerà presto- presenteremo un pacchetto complessivo di proposte per l’immigrazione economica. Perché dobbiamo esserne consapevoli: l’Europa avrà bisogno di migranti nei prossimi anni.

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Parlando di ricollocamenti. Ad oggi circa 140 persone a essere state ricollocate da Italia e Grecia nell’ambito dello schema proposto dalla Commissione. Non è un numero troppo esiguo? Siete sicuri di riuscire a ricollocare 160 mila persone nei prossimi 2 anni?

Dimitris Avramopoulos
Sì, i numeri sono ancora troppo bassi. Ma siamo soltanto all’inizio. La prima tranche di ricollocamenti è partita dall’Italia e poi c‘è stata la seconda dalla Grecia, due settimane fa. Siamo nella fase di start-up e c‘è ancora molta, moltissima strada da compiere prima di poterci dire soddisfatti del risultato. Credo, però, che le cose andranno meglio, considerando ci sono progressi in atto, ma soprattutto quando tutti gli Stati membri prenderanno parte attiva al piano di distribuzione dei rifugiati.

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Molti Stati ancora non partecipano allo schema….

Dimitris Avramopoulos
Fino ad oggi soltanto 12 Paesi hanno accettato di farne parte, le cose però stanno iniziando a cambiare, c‘è un clima diverso, positivo e credo che alla fine ogni Paese accetterà di accogliere rifugiati nel proprio Paese.

Euronews
Quindi il numero di 160 mila resta realista? Nei prossimi due anni?

Dimitris Avramopoulos
Può diventarlo, sì. Come ho già detto, non siamo partiti sicuramente nel migliore dei modi, ma la strada resta aperta. Io per primo non sono contento dei risultati ottenuti finora, ma il sistema e il programma possono funzionare.

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Passiamo ora ad analizzare l’altro ambizioso piano della Commissione, quello relativo agli hotspot, che nelle vostre intenzioni servono a organizzare il flusso dei migranti in arrivo in Europa. C‘è bisogno di molto personale, soprattutto sul campo, in Italia, come in Grecia, dove in molti si lamentano che quelli esistenti non funzionano. La Grecia è pronta a ricevere i migranti ora che l’inverno si avvicina?

Dimitris Avramopoulos
Il piano di ricollocamenti non funziona senza gli hotspot. Ecco perché sono stati crreati a Lesbo e a Lampedusa, ed ecco perché vogliamo crearne altri, perché sono i centri dove si compiono le prime valutazioni delle domande di asilo. E per evitare di tenere le persone per più di 24 ore sulle isole in modo che dopo la registrazione siano inviate nei Paesi.

Euronews
Secondo lei la Grecia sarà pronta entro la fine del mese per avviare queste procedure?

Dimitris Avramopoulos
E’ un impegno, e credetemi negli ultimi due mesi la Grecia ha fatto passi da gigante.

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E’ ottimista anche sui risultati del vertice de La Valletta?

Dimitris Avramopoulos
Si deve sempre essere ottimisti. E’ l’unico modo per poter parlare apertamente di questi temi. E speriamo anche che questo vertice diventi un’occasione dove tutti possano parlare tra loro ed evitare di tornare a casa senza soluzioni.

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