"L'aereo sul Sinai è esploso in volo". Riprende quota la pista dell'attentato

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Di Diego Giuliani
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Prime conclusioni dell'Aviazione civile russa dopo un sopralluogo sul posto: resti in un'area di 20 km quadrati

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“Esplosione in volo”

I vertici dell’Aviazione civile russa ritengono che l’aereo precipitato sabato sul Sinai sia esploso in aria.

A suggerirlo il fatto che i resti dell’Airbus A-321 siano sparpagliati in un’area di una ventina di chilometri quadrati. Come già alla vigilia, autorità russe ed egiziane hanno tuttavia invitato a non trarre conclusioni affrettate.

#Aereo russo precipitato nel #Sinai si è spezzato in volo https://t.co/m7tbh9zTEJpic.twitter.com/yEsdtqZwr9

— Adnkronos (@Adnkronos) 1 Novembre 2015

“No a conclusioni affrettate: le indagini dureranno mesi”

Dal Cairo è intervenuto lo stesso presidente Al-Sissi, che proprio nelle ore in cui iniziava l’esame delle scatole nere ha parlato di indagini “molto lunghe”. “In casi come questi è estremamente importante lasciare la parola agli esperti e non abbandonarsi a dietrologie – ha detto -. Si tratta di indagini complesse, che richiedono tecniche avanzate e che potranno durare mesi. Non dobbiamo quindi assolutamente sbilanciarci, perché ne andrebbe della nostra stessa credibilità”.

Il ritrovamento in un raggio fino a 8 km delle salme di alcune delle 224 persone a bordo confermerebbe la tesi dell’esplosione in volo e potrebbe rilanciare l’attendibilità della rivendicazione dell’ISIL, che Mosca e il Cairo si erano affrettate a screditare. Almeno 163 i corpi che erano stati recuperati fino al pomeriggio di domenica.

Attentato o incidente? Gli elementi a disposizione

Il fatto che l’aereo volasse a 3000 piedi, oltre 9.000 metri, sembra al momento soltanto situarlo fuori dalla portata dei missili terra-aria, che si ritengono in possesso dei jihadisti. A lasciare perplessi sull’autenticità della rivendicazione, effettuata su Twitter da una sedicente costola egiziana dell’ISIL, è tuttavia il fatto che non trovi riscontro in nessun’altra fonte jihadista. Il messaggio descriveva l’attentato come una “risposta ai raid aerei russi, che hanno ucciso centinaia di persone in Siria”.
Dal canto loro, alcuni esperti fanno tuttavia notare che le rivendicazioni del sedicente Stato Islamico hanno finora sempre trovato riscontro. Squadre di investigatori francesi e russi si sono uniti agli esperti locali e a quelli inviati da Airbus, per fare chiarezza sulla dinamica dell’incidente.

#Isis rivendica l'impatto dell'aereo su #Sinai. #Mosca e #IlCairo smentiscono: la causa sarebbe un guasto tecnico. https://t.co/ZMBi8id6VU

— Sky TG24 (@SkyTG24) 1 Novembre 2015

“Le condoglianze – dice il corrispondente d’euronews al Cairo, Mohammed Shaikhibrahim – sono il minimo che gli egiziani possano in questo momento offrire al popolo russo: un popolo a cui l’Egitto è legato da profonde relazioni e che costituisce una buona fetta dei turisti stranieri, che del paese delle Piramidi fanno la loro destinazione preferita”.

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