Attacco a un hotel di Mogadiscio. Almeno 13 morti. Gli shabaab rivendicano

Ci sono volute ore di combattimenti, perché la polizia avesse la meglio sul commando che domenica mattina ha attaccato un hotel della capitale somala Mogadiscio.
Stavo scattando delle foto quando un veicolo è saltato in aria. Con me c'era un collega giornalista che è morto
Rivendicato dagli Shabaab, l’attacco ha fatto secondo la polizia almeno 13 morti, fra cui il proprietario dell’albergo, un parlamentare, un ex alto ufficiale dell’esercito, un giornalista e diversi civili.
BREAKING: Chairman of #Mogadishu Chamber of Commerce and owner of Hotel Sahafi killed in #AlShabab attack: officials - @HarunMaruf
— Conflict News (@Conflicts) 1 Novembre 2015
Islamist al #Shabaab attack Somali hotel, kill at least 11 https://t.co/auoyZf4wPXpic.twitter.com/BibaHpEzlm
— The Press Times (@presstimes) 1 Novembre 2015
Concordi testimonianze riferiscono di modalità utilizzate per entrare nel complesso, che ricalcano quelle in passato più volte adottate dal gruppo islamista, affiliato ad Al Qaeda.
“Ero sul luogo dell’esplosione a scattare delle fotografie, quando un veicolo carico d’esplosivo è saltato in aria – racconta un fotoreporter, presente al momento dell’attacco -. Mi sono ritrovato a terra e ho visto che ero ferito. Con me c’era un altro giornalista, che è rimasto ucciso”.
Il Ministro somalo per la sicurezza interiore ha riferito di “cinque uomini armati”, che una volta all’interno dell’Hotel Sahafi hanno aperto il fuoco. Un agente di polizia ha riferito alla stampa di cecchini appostato sul tetto.
.#Shabaab continue their heinous attacks #SahafiHotel#Mogadishu#Somalia we will defeat these terrorists #Inshallahpic.twitter.com/ZioMg6QkyL
— Dahir Kulane (@Dahirkulane) 1 Novembre 2015
Il fatto che l’hotel fosse frequentato soprattutto da giornalisti e parlamentari fa pensare a un cambio di passo nella strategia degli Shabaab per rovesciare il governo somalo, sostenuto dalla comunità internazionale. Negli ultimi mesi gli attacchi del gruppo islamista si erano orientati soprattutto contro missioni militari dell’Unione Africana e rappresentanze diplomatiche straniere.