La Biennale d'Arte Contemporanea di Lione

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Uno sguardo alla modernità è il senso della Biennale d’Arte Contemporanea a Lione, Francia. Sotto il titolo “La vie moderne” vanno in scena gli

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Uno sguardo alla modernità è il senso della Biennale d’Arte Contemporanea a Lione, Francia. Sotto il titolo “La vie moderne” vanno in scena gli “interstizi” del nostro quotidiano magnificati da una serie di intriseche contraddizioni.

Il responsabile dell’evento, il newyorchese Ralph Rugoff ci invita a distinguere fra visioni giornalistiche e mondo artistico.

Ralph Rugoff, curatore della Biennale: “Sappiamo che c‘è una grande differenza fra le informazioni di cui siamo bombardati tutto il tempo e il loro significato. Molte informazioni possono essere senza significato mentre l’arte esiste per creare la possibilità di nuovi significati ed è quel che accade col pubblico: è una danza, una conversazione. La forza della nostra cultura sta proprio nel riconoscere l’arte come punto di generazione del significato”.

Secondo il direttore artistico molti creatori oggi evitano di sovraccaricare di significati concettuali e intellettuali le loro opere.

Thierry Raspail, direttore artistico: “Se torniamo indietro di 30/40 anni il maggiore rivale di un artista era un altro artista. Oggi sono i social media. Vorrei dire che le immagini, le cose che vengono mese on line su Instagram hanno una efficacia, generano una reattività che ha obbligato gli artisti a cambiare e restare piu’ sull’immediato con immagini comprensibili”.

L’artista francese Michel Blazy ama lavorare con materiali viventi e mostrare le evoluzioni in assoluta libertà. Un artista col pollice verde che osserva le trasformazioni spaziotemporali delle cose.

Michel Blazy: “Trovo interessante l’azione del giardinaggio perchè non la gestiamo al 100%, non gestiamo al 100% la materia. Le situazioni che mi piacciono sono quelle in cui ci sono ma dimentico, è un po’ cosi’”.

Questa installazione assomiglia un po’ alle casette di cartone delle persone senza fissa dimora in una baraccopoli.

Wolfgang Spindler, euronews: “Tutto quello che sembra banale il legno, polistirolo e il cartone suona in modo strano…”

Andreas Lolis, artista: “Qui notiamo due tipi di marmi, quello giallo proviene dal Marocco mentre il bianco viene da un’isola greca. Tutto è fatto a mano. Per finire l’intero progetto mi ci è voluto circa un anno e mezzo”.

Il marmo di Andreas Lolis allude al materiale prezioso per la costruzione della casa. Cosi’ l’artista capovolge le convenzioni, obbliga a confrontarsi con la vanità dell’estetica.

Una pietra con pendolo ma senza quadrante che batte un altro tempo mentre un corpo sdraiato sotto una stuoia accende il suo mistero. L’artista berlinese Klaus Weber gioca con le sue storie.

Klaus Weber, artista: “Il mio lavoro affronta i temi della psiche i limiti della resistenza, dell’enerigia e delle risorse”.

L’artista turco Ahmet Öğüt lavora su temi sociali complessi che vanno dall’immigrazione ai problemi demografici, il quotidiano, la riappropriazione del lavoro da parte degli operai. Le allusioni vanno ai temi della città di Lione il cinema dei fratelli Lumière e l’industria tessile.

Ahmet Öğüt, artista: “Voglio coniugare i significati dei temi , il cinema e il suo ruolo sociale e il ruolo del lavoro artigianale manuale. Con l’evoluzione industriale ci lasciamo sempre molto alle spalle, oggetti resi obsoleti dalle novità”.

Fino a gennaio 60 artisti di 28 paesi espongono le loro opere alla Biennale d’Arte Contemporanea di Lione.

Wolfgang Spindler, euronews: Queste opere ci sfidano a osservare il mondo in cui viviamo da un altro punto di vista, un emozionante polo d’osservazione opposto ai media classici e alle reti sociali per evocare il nostro mondo e la vita nelle sue contraddizioni.

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