I record sono fatti per essere superati. È quanto sta accadendo in questi giorni con sempre più migranti che arrivano in Europa. In Grecia
I record sono fatti per essere superati. È quanto sta accadendo in questi giorni con sempre più migranti che arrivano in Europa. In Grecia, sull’isola di Lesbo, ne sono giunti 20.000, altri 10.000 sono sparpagliati nell’arcipelago ellenico.
A chi riesce a sbarcare sulla terraferma grazie ai traghetti, il cui costo è di qualche decina di euro, non resta che passare in Macedonia e prendere un treno per andare in Serbia. Un periplo lunghissimo, di molte settimane, come confermato da questo migrante: “Sono arrivato stamattina, il mio viaggio è cominciato un mese fa, e dopo un mese sono ancora per strada”.
In Serbia sono presenti tra 15 mila e 20 mila persone in marcia lungo la ‘rotta balcanica’ e dirette verso l’Ungheria, per poi passare in
Austria, Germania e altri Paesi del nord Europa
Si tratta di gente che si ferma in Serbia in media 3-5 giorni. Dall’inizio dell’anno in oltre 120 mila hanno attraversato il territorio serbo, 100 mila hanno espresso l’intenzione di chiedere asilo.
I problemi veri cominciano in Ungheria, nei campi di granoturco che delimitano il confine serbo-magiaro dove i poliziotti ungheresi non vanno tanto per il sottile: “Dico a tutti i siriani di non fare questa rotta perché è molto pericolosa. Vedo morte ovunque”.
Dichiarazioni forse eccessive, sono veri invece gli scontri con le forze dell’ordine. I nervi sono tesi da una parte e dall’altra perché sia i migranti che i poliziotti sono sottoposti a calde temperature al mattino e fredde la notte.