Anche se la tensione tra Venezuela e Colombia resta alta, si cerca di trattare, dopo la chiusura dei valichi di frontiera venezuelani e l’espulsione
Anche se la tensione tra Venezuela e Colombia resta alta, si cerca di trattare, dopo la chiusura dei valichi di frontiera venezuelani e l’espulsione di migliaia di cittadini colombiani.
Dialogo e diplomazia per trovare una soluzione anche se finora non è stato siglato alcun accordo. A riferirlo i rappresentanti dei due Paesi. “Continueremo a lavorare per costruire un confine equo e di pace, fedele alla legge, dove non esistono mafie, ha detto la ministra degli esteri venezuelana Rodriguez. Un confine costruito anche grazie allo sforzo della nostra gente” .
Intanto però si moltiplicano le denunce di cittadini della Colombia nella zona di frontiera dopo le deportazioni ordinate da Caracas. La decisione di chiudere il confine era stata presa qualche giorno fa dal presidente venezuelano Maduro in risposta a quello che aveva definito “l’attacco di contrabbandieri a quattro persone, tre militari e un civile, nella zona”. Decisione che ha scatenato proteste pesanti a Bogotà, con l’ex presidente colombiano Uribe che ha parlato di un vero e proprio genocidio.
Dopo la chiusura del confine, il Venezuela ha dichiarato lo stato di emergenza a Tachira, roccaforte dell’opposizione al governo di sinistra. Il contrabbando lungo la frontiera con la Colombia è cresciuto sotto i governi di Maduro e del suo predecessore Chavez.